La questione non potrebbe essere più chiara di così: servono oltre 12 miliardi (per adesso) per rinunciare all'aumento dell'Iva previsto da luglio e procedere alla cancellazione dell'Imu sulla prima casa. E il Governo non ha la minima idea di dove e come reperire queste risorse. O meglio, ci sta lavorando, come più volte ricordato dal presidente del Consiglio Enrico Letta. Il problema è che di pari passo proseguono gli annunci e le indicazioni dei partiti, che mostrano quanta distanza passi fra la propaganda e la concretezza dell'azione di Governo. Così, capita che il vertice di maggioranza si tenga il giorno dopo il turno di ballottaggio delle elezioni amministrative e che, forse per il contraccolpo del cappotto subito, il capogruppo alla Camera dei Deputati del Popolo della Libertà Renato Brunetta sia estremamente chiaro sulle cose "da fare senza se e senza ma". Parlando con i giornalisti, infatti, Brunetta non ha dubbi: "L'orientamento della maggioranza è di non fare aumentare l'Iva a luglio mentre per quel che riguarda l'Imu la questione sarà affrontata all'interno della riforma della tassazione sugli immobili entro il 31 agosto. In mezzo a questi due provvedimenti, ci sarà il rilancio dell'economia con una serie di misure, tra cui l'agenda digitale, la giustizia civile, la defiscalizzazione dei neo assunti, le semplificazioni. E le risorse si devono trovare assolutamente".
Peccato però che a strettissimo giro di boa arrivi anche il commento lapidario del ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini: "È presto per dare risposte, servono risorse". L'ex capogruppo Pd alla Camera, in realtà, ha annunciato anche che prima del vertice europeo il Governo intende mettere nero su bianco il "decreto del fare", con alcuni provvedimenti "in materia di semplificazioni, lavoro, piccole e medie imprese, occupazione e fisco che serviranno a liberare energie e risorse e sulle quali attendiamo anche le proposte dei gruppi parlamentari". Ma sulle risorse è apparso piuttosto prudente, ricordando soltanto le due scadenze dell'aumento dell'Iva ("deciso da prima", precisa Franceschini, che comunque ha votato il provvedimento nella passata legislatura, varrebbe la pena ricordarlo) e della riforma della tassazione sugli immobili. Insomma, se da un lato c'è chi preme per portare a casa risultati "immediati", anche nel tentativo di rilanciarsi agli occhi del proprio elettorato, dall'altro c'è chi ribadisce un concetto chiave: le risorse sono al lumicino e trovare la quadra non sarà affatto semplice.