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Lavoro, scontro Renzi-Cgil: accuse reciproche tra sindacati e governo

Camusso: “Renzi ha in mente la Thatcher. Il Premier: “Avete difeso le ideologie non i lavoratori”
A cura di Antonio Palma
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Nuovo attacco del segretario della Cgil, Susanna Camusso, al Premier Matteo Renzi. "Mi sembra che il presidente del Consiglio abbia un po’ troppo in mente il modello della Thatcher che porta solo precariato e non competitività" ha dichiarato infatti la leader sindacale durante l’inaugurazione della nuova sede regionale della Cgil a Milano. Camusso si è scagliata contro la nuova riforma del lavoro del Governo, il cosiddetto Jobs Act, ma soprattutto contro la prevista cancellazione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. "C’è chi dice che se si cancella l’articolo 18 si dà un colpo al sindacato. Ma noi non stiamo difendendo noi stessi noi siamo uno strumento, per cui chi cancella quell’articolo sta cancellando la libertà dei lavoratori" ha accusato infatti il segretario della Cgil.

Lo sciopero generale

"La sfida che lanciamo noi è fatta dall’idea che si può fare lo statuto dei lavoratori, ma bisogna fare sì che tutti abbiano gli stessi diritti con contratti a tempo indeterminato" ha spiegato ancora Camusso, sottolineando che ci vuole "coerenza tra le riforme e l’impianto della Costituzione, per la quale a uguale mansione deve corrispondere uguale retribuzione". "Non ci può essere retribuzione diversa tra uomini e donne e non ci possono essere discriminazioni" ha insistito la leader sindacale, aggiungendo: "Noi guardiamo alla Costituzione per costruire un impianto nuovo di cui c’è bisogno per creare un lavoro con diritti, uguaglianza e libertà". Camusso infine non ha escluso neanche il ricorso ad uno sciopero generale sulla riforma del lavoro, dichiarando: "Non capisco perché lo sciopero generale sarebbe un rischio. È una delle forme di mobilitazione possibili del sindacato".

La risposta di Renzi

Non si è fatta attendere la risposta di Renzi che in serata con un video messaggio ha attaccato i sindacati che contestano la sua riforma del lavoro.  "A quei sindacati che vogliono contestarci io chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l'ha e chi no, tra chi ce l'ha a tempo indeterminato e chi precario?" ha chiesto Renzi, attaccando: "Si è pensato a difendere solo le battaglie ideologiche e non i problemi concreti della gente". "Sono i diritti di chi non ha diritti quello che ci interessa, li difenderemo in modo concreto e serio" ha proseguito il Premier, aggiungendo: "Non siamo impegnati in uno scontro del passato, ideologico, non vogliamo il mercato del lavoro di Margareth Thatcher ma un mercato del lavoro giusto, con cittadini tutti uguali". "Noi ci preoccupiamo per tutti, voi solo di alcuni" ha concluso Renzi.

L'attacco di Landini

Poco prima contro il Premier si era lanciato anche i leader della Fiom, Maurizio Landini. "Il contratto a tutele progressive è una presa per il c… se alla fine le tutele vengono cancellate" ha attaccato il segretario dei metalmeccanici dellla Cgil, aggiungendo: "Se vuoi dare tutele progressive a tutti alla fine ci devono essere più tutele per tutti, in caso contrario che tutela progressiva è, è una tutela regressiva, perché di fatto si vogliono cancellare i diritti per tutti". "Sull'art. 18 Renzi deve dimostrare quanto è figo all'Europa. Forse qualcuno gli ha fatto credere che in cambio può sforare dello 0,1 o 0,3%, e Draghi gli darà qualcosa ha insistito Landini, concludendo: "La cosa vera è che il Governo sta cedendo ad un ricatto e non affronta il vero problema del Paese. Non è che le imprese non assumono perché c'è l'art. 18: non assumono perché non hanno da lavorare, e di questo si dovrebbe preoccupare il Governo".

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