Cameraman italiano morto a Madrid: la Procura di Palermo apre un’inchiesta
La magistratura madrilena archiviò la morte di Mario Biondo come un suicidio: il cameraman palermitano di 37 anni venne trovato impiccato a una libreria nel suo appartamento della capitale spagnola il 30 maggio del 2013, ma troppi elementi facevano pensare che quel decesso fosse piuttosto anomalo. Per i questi i pubblici ministeri di Palermo hanno deciso di recarsi in Spagna e approfondire la vicenda: determinanti sono state le richieste della famiglia di Biondo, a cui quel suicidio apparve fin da subito assurdo. Per questo la Procura di Palermo ha deciso di aprire un fascicolo di inchiesta dando il via a nuove indagini e alla possibilità in futuro di interrogare i testimoni. Nei prossimi giorni verranno sentite otto persone, tra cui anche la moglie del cameraman Raquel Sanchez Silva, nota showgirl iberica. I genitori di Mario Biondo sono andati a Madrid ed hanno chiesto alla donna di "dire tutta la verità su quella notte, perché finora ha detto solo bugie".
Raquel e Mario si erano sposati un anno prima del decesso di quest'ultimo: secondo i genitori della vittima quel 30 maggio 2013 tra i due sarebbe "successo qualcosa", qualcosa di determinante che avrebbe causato la morte dell'italiano. Dalle 21.30 fino all'una di notte tra i due sono state fatte diverse telefonate. «Evidentemente avevano qualcosa da dirsi, di cui discutere», dice il padre. Dalle informazioni ottenute dai pubblici ministeri palermitani si apprende che la notte della morte Biondo aveva ritirato al bancomat una cifra considerevole che non è poi stata trovata in casa. Dai tabulati telefonici inoltre emerge che il cameraman ha telefonato tre volte a uno spacciatore e poi ha chattato fino all’una su Whatsapp. Gli inquirenti dovranno quindi stabilire se veramente Biondo si sia suicidato oppure se sia stato ucciso.
