Qualche giorno fa è stato presentato e reso pubblico il bilancio interno della Camera dei deputati per l'anno 2013. Una operazione trasparenza, avviata peraltro qualche anno addietro, che permette ai cittadini di conoscere nel dettaglio dotazione, spese e programmi della Camera. Che, sia detto per inciso, restano comunque meritevoli di alcune considerazioni, in relazione al clima di austerity che "teoricamente" dovrebbe regnare anche nei "palazzi del potere". In realtà, tra sforbiciate, riduzioni di personale, limitazioni della spesa e misure di contenimento dei costi, della "rivoluzione" annunciata prima da Gianfranco Fini e poi da Laura Boldrini vi sono obiettivamente ben poche tracce.
Certo, per il secondo anno consecutivo vi è una inversione di tendenza, con le spese che diminuiscono in percentuale rispetto agli anni precedenti e per la prima volta la dotazione iniziale sarà inferiore di circa 50 milioni a quella dell'anno precedente (non accadeva da decenni), ma un semplice confronto nell'arco di 5 anni mostra quanto sia sostanzialmente bassa l'incidenza complessiva della tanto sbandierata austerity. Da una prima tabella si nota infatti come rispetto al 2008, il risparmio netto sia di soli 12 milioni di euro (lo confrontiamo con i tagli dei trasferimenti agli enti locali? Con quelli alla scuola? Con quelli alla cultura?):
La specifica dei risparmi è particolarmente interessante perché permette di capire da dove arrivano i risparmi e quale sia la direzione entro la quale si sono mossi i rappresentanti istituzionali. Spicca ovviamente la riduzione della spesa per i dipendenti, che in poche parole è riferibile alla riduzione di circa 300 unità del personale:
Ecco nello specifico i dati sul personale:
C'è poi un capitolo a parte che riguarda il risparmio sull'acquisto di beni e servizi (da sottolineare anche la riduzione del contributo ai gruppi parlamentari). Si tratta ovviamente di risparmi netti, ma tra le pieghe delle voci di bilancio è certamente possibile mettere a fuoco alcune "peculiarità". Ad esempio, l'aumento delle spese di fornitura di acqua, gas ed elettricità: un costo che arriva oltre i 4,6 milioni di euro. Poi, scegliendo fior da fiore ci sono: oltre mezzo milione di euro in alimentari; 920mila euro n carta, cancelleria e materiali di consumo d’ufficio; 90mila fra prodotti igienici, farmaceutici e sanitari; circa 9,5 milioni di euro per trasporti aerei e 1,3 per trasporti ferroviari con 550mila euro di pedaggi autostradali; 3,1 milioni di euro per emolumenti per servizi di sicurezza; svariate centinaia di migliaia di euro disseminate ovunque alla voce "consulenze professionali"; 1,2 milioni di euro per gestione patrimonio biblioteca; 300mila euro per acquisto di quotidiani, periodici e pubblicazioni varie; 270mila euro di spese per la rappresentanza e minute spese; 1,6 milioni di euro per il presidio medico – sanitario; quasi un milione di euro per le attività delle delegazioni presso le assemblee parlamentari internazionali e la partecipazione alle conferenze; svariate centinaia di migliaia di euro come "rimborsi al Senato" per spese di funzionamento. Per il documento completo alleghiamo il pdf, mentre la Camera comunica così la sua attività (vi abbiamo taciuto delle spese relative alla digitalizzazione ed al funzionamento del sito internet, che, sia detto per inciso, troviamo decisamente funzionale e completo):
Decisamente positivi sono invece i risultati ottenuti per quanto concerne le ore di lavoro (sulla produttività il discorso si fa necessariamente più complesso, dal momento che, come vi abbiamo raccontato a proposito del Senato, il raggiungimento dei risultati non dipende direttamente dalle ore lavorative). Tutti i dati infatti convergono sul fatto che negli ultimi anni la mole di lavoro sia nettamente aumentata, sia per quel che concerne l'Aula che per quanto riguarda il lavoro in Commissione:
Ecco infine il bilancio integrale in versione pdf: