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Buonsenso alla francese: “Altro che Tav, priorità ai pendolari”

“Dare la priorità ai nodi e alle infrastrutture per il trasporto dei pendolari nelle grandi aree urbane”: ecco le linee guida della commissione di esperti incaricata dal Governo francese. E la Torino – Lione? Se ne riparlerà nel 2030.
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Mentre il nostro Governo sembra intenzionato a proseguire nella linea della fermezza, militarizzando di fatto la costruzione del tratto italiano della linea Torino – Lione, dalla Francia arrivano (per l'ennesima volta) segnali contrastanti. A fare il punto sulla situazione è Ivan Beltramba su LaVoce.info, che ricorda come stiano lentamente cambiando approccio i francesi nel settore dei trasporti: "Il piano dei trasporti francese del 2011 prevedeva una spesa di circa 245 miliardi per potenziamenti, miglioramenti e nuove opere in campo stradale, marittimo e ferroviario. Dopo il cambio di presidenza, ne è stata affidata la revisione a una commissione di esperti. Che ha rovesciato le priorità."

Un rovesciamento di priorità sotto l'egida del "realismo", che emerge in tutta la sua rilevanza dall'analisi di "una commissione di politici esperti (ben sei, uno per ogni gruppo di partiti rappresentati nell’Assemblea nazionale e nel Senato, con attenzione anche ai territori di provenienza)", voluta fortemente dal Presidente Hollande e dal ministro con delega ai trasporti Cuvillier. I risultati sono sorprendenti e partono dalla constatazione che "la quantità e l’onerosità dei progetti di linee ad alta velocità (Lgv) e di nuove autostrade avrebbero comportato gravi problemi di bilancio per la Agence de financement des infrastructures de transport de France (che ricorda stranamente la nostra Infrastrutture spa), in grado di compromettere gli obiettivi di stabilità finanziaria dello Stato".

In particolare, continua Beltramba, "l'analisi del comparto ferroviario, in particolare, svela che il sistema statale francese (Rff+Sncf) richiede ogni anno contributi pubblici per circa 12,5 miliardi di euro da Stato e Regioni (i proventi del traffico arrivano a malapena a 10 miliardi), mentre si prevede che il suo indebitamento, a quota 32,5 miliardi nel 2010, raggiunga i 61 miliardi nel 2025, considerato che strutturalmente la gestione dell’infrastruttura richiede 1,5 miliardi/anno e altrettanti sono necessari per il finanziamento delle Lgv in costruzione". Di conseguenza urge definire una scala di priorità di intervento e la Commissione lo fa individuando 4 linee di alta velocità da implementare ed escludendone altre, tra cui, udite udite, anche la Torino – Lione, per la quale se ne riparlerà dunque dopo il 2030 – 2040.

Ma soprattutto, nella scala di priorità di intervento, tornano a trovare posto l'ammodernamento ed il potenziamento delle strutture per i pendolari nelle grandi aree urbane, la manutenzione dei convogli, la salvaguardia del "rapporto" fra i lavoratori e le reti ferroviarie e via discorrendo. Insomma, realismo e buonsenso da una parte, la forza (e anche il diritto, certo) dall'altra: ma a chi giova questa contrapposizione?

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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