Buon compleanno Papa Francesco.
Avrai anche compiuto 77 anni ma dal giorno della tua elezione ti sei mosso con la freschezza di un ragazzino nella pesante cornice del Vaticano. Con un pizzico di ironia ti dico che i giornalisti dovrebbero essere i primi a renderti grazie ogni mattina: hai il seguito di una pop star; scrivere di te significa poter parlare ad un vastissimo mondo di persone interessate alla tua quotidiana attività. Hai rinnovato la comunicazione della Chiesa: se Giovanni Paolo II fu il papa della televisione, tu sei quello dei social network. La cosa che era mancata nell'ultima fase del povero Karol Wojtyla ammalato e sofferente e nel pontificato di Papa Benedetto XVI, era l'empatia coi giovanissimi. Quella attitudine che invece tu hai. Sei stato capace di ricreare un dialogo coi ragazzi: con gesti semplici d'affetto durante le occasioni pubbliche, rispondendo di persona alle lettere, con le telefonate a sorpresa (già, abbiamo scoperto che il Papa telefona!). Con piccoli e grandi (ma sicuramente significativi) atti di carità. Sciogliendo coaguli di potere fin troppo radicati ed estesi nella grande macchina della Chiesa Cattolica. Hai ricordato al mondo che il primato di autorità del vescovo di Roma non si esercita con un anello d'oro, con un'auto blindata e con le scarpe Prada. Ma parlando e scherzando coi ragazzi (abbiamo scoperto che il Papa può farsi anche le foto col cellulare!); affrontando il tema dell'omosessualità in maniera moderna, salendo una semplice utilitaria per andare da un Capo di Stato. Affrontando a viso aperto la vergogna della pedofilia e delle molestie sessuali all'interno della Chiesa.
Chi scrive non ha il dono della fede e pensa che il destino di tutti noi sia strettamente legato ad una responsabilità: lasciare ai posteri un mondo migliore di come l'abbiamo trovato. Uomini come te, caro Papa Francesco, guide spirituali e morali così incisive, così preminenti, non possono che fare del bene a tutti noi. Al di là del credo religioso. Qualche mese fa a Fanpage.it pubblicammo un articolo su come fare per scriverti o come fare per assistere alle tue udienze pubbliche. Sotto quel pezzo, potenza dei social network, nel corso delle settimane si sono accumulate decine di lettere, di preghiere, di considerazioni. Storie di speranza e disperazione, di attesa e gioia.
«Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza» hai detto, durante l'omelia dello scorso 19 marzo, festa di San Giuseppe. Sbaglierò sicuramente, ma a me sembra l'ideale risposta a quel «Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza» pronunciato molti anni or sono da un altro famosissimo leader argentino. Che avrò cura di non nominare, altrimenti ti accusano nuovamente di essere un comunista.
Tanti auguri