Bulli Lucca, sequestrati cellulari e casco usato in classe: tre di loro saranno bocciati
La Polizia ha effettuato delle perquisizioni nei confronti di alcuni studenti dell’istituto tecnico superiore di Lucca finiti nei guai dopo aver diffuso dei video in cui offendono, insultano e minacciano un insegnante in classe. Sono sei i ragazzi indagati e ritenuti responsabili della condotta violenta e derisoria nei confronti del loro docente d'italiano e storia. Oltre ai quattro minorenni ripresi nel video, sono indagati i due studenti autori dei filmati che hanno fatto il giro del web. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati gli indumenti indossati dai ragazzi nei video, i loro cellulari e anche il casco da moto che uno degli studenti, come si vede chiaramente in uno dei video diffusi in rete, ha utilizzato per colpire il docente. I ragazzi indagati dovranno rispondere anche del tentato furto del tablet contenente i dati scolastici: uno di loro ha provato a sottrarlo al professore che si rifiutava di alzargli il voto. Lo si vede nel primo dei video diffusi in rete, quello in cui lo studente urla al professore di dargli sei, di “non farlo incazzare” e anche di inginocchiarsi.
In tre bocciati – Nei prossimi giorni seguiranno gli interrogatori dei ragazzi per i quali però oggi sono arrivate le prime sanzioni decise dalla scuola. Per tre di loro infatti sarà bocciatura e perderanno l'anno scolastico. Così ha stabilito il consiglio di istituto che oggi si è riunito per discutere della proposta avanzata ieri dal consiglio di classe. Quest'ultimo aveva chiesto la massima pena per cinque dei sei giovani coinvolti ma questa è stata comminata solo a tre di loro. La pena per tutti è quella della sospensione ma per tre ragazzi questa sarà fino alla fine dell'anno e dunque comportetà la bocciatura immediata e automatica mentre per gli altri due varrà fino al 19 maggio, consentendo la loro ammissione agli scrutini. Il preside della scuola di Lucca Cesare Lazzari ha spiegato che una valutazione è in corso anche sul docente coinvolto, “e non solo su di lui” e per questo il consiglio d'istituto ha a disposizione fino a 30 giorni. Il docente è stato già ascoltato dalla polizia giudiziaria, come persona informata sui fatti.