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Bruxelles, al via il Consiglio europeo. Si cerca l’accordo sul Fiscal compact

L’attesissimo accordo fiscale potrebbe essere varato già oggi. Occhi puntati anche sulla difficile situazione greca e sul potenziamento del Fondo salva Stati.
A cura di Alfonso Biondi
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Monti e Sarkozy

Il cosiddetto "Fiscal compact" resta la priorità del Consiglio europeo in scena a Bruxelles. L'approvazione del nuovo pacchetto di riforme fiscali potrebbe arrivare già oggi: il clima che s'è creato attorno al vertice, infatti, è di quelli positivi; da parte dei capi di Stato e di governo, poi, c'è la voglia di portare a casa qualcosa di concreto e di dare ai mercati un bel segnale. Sul tavolo del summit, tra le altre cose, anche la difficile situazione in cui versa la Grecia e, seppur non all'ordine del giorno, il potenziamento del Fondo salva Stati.

Fiscal compact

C'è molta attesa per il Fiscal compact. A Davos, lo scorso venerdì, il Presidente della Bce Mario Draghi sottolineò la necessità di varare un accordo fiscale "affinché i paesi dell'area euro tornino ad avere fiducia l'uno nell'altro". L'atteso provvedimento conterrà misure atte a favorire un maggior rigore fiscale da parte degli Stati membri. La bozza circolata durante l'Ecofin dello scorso 24 gennaio prevedeva una sanzione massima dello 0,1% del Pil per i Paesi che non si fossero adeguati alle nuove disposizioni in maniera di deficit (massimo lo 0,5% del Pil) e che, dal 2013, gli aiuti venissero erogati solamente ai Paesi che avevano ratificato il patto.

Grecia

Il rischio default per il paese ellenico è sempre dietro l'angolo. L'accordo con i creditori internazionali per la ristrutturazione dei bond non è stato ancora trovato. Si punta a chiudere la settimana prossima, ma il tempo stringe e il 20 marzo scade un bond di 14,4 miliardi di euro che Atene rischia di non onorare. Ieri la Germania ha proposto il commissariamento del Paese, almeno per quello che riguarda la gestione del bilancio; dalla Grecia, e non poteva essere altrimenti, è arrivato un secco "no". La cancelliera Angela Merkel potrebbe però riformulare la sua proposta nel vertice di oggi, ponendola all'attenzione dei colleghi.

Fondo salva Stati

Un'altra questione fondamentale su cui trovare un accordo sarà l'aumento della dotazione finanziaria del nuovo Fondo salva Stati (Esm). Si tratta di una questione formalmente non all'ordine del giorno del summit,  ma sulla quale. inevitabilmente, non mancherà il confronto. Dal 1° luglio di quest'anno, il nuovo Fondo salva Stati Esm, sostiturà il vecchio fondo Efsf (European financial stability facility): il nuovo Fondo potrà contare su una dotazione di 500 miliardi di euro, ammontare che Italia, Francia e Commissione europea vorrebbero aumentare almeno fino a 750 miliardi. Da superare c'è lo scetticismo della Germania che, nei giorni scorsi, ha espresso la propria contrarietà all'incremento del Fondo. Nelle ultime ore, però, pare che la posizione di Angela Merkel si stia ammorbidendo: la cancelliera, da quanto si apprende da fonti d'agenzia, sarebbe disposta a cedere sull'aumento del Fondo una volta incassato l'accordo sul "Fiscal compact".

Altre proposte in discussione

Sul tavolo del summit di oggi ci saranno anche le proposte dell'Olanda, che chiede delle sanzioni semi-automatiche sul debito pubblico, e quelle della Polonia sulla partecipazione ai vertici dell'Eurogruppo da parte dei paesi fuori dalla moneta unica. Possibile che si discuta anche di Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie voluta a tutti i costi dal premier francese Nicolas Sarkozy, ma fortemente osteggiata dall'inglese David Cameron.

Juncker: "L'Italia ha ritrovato il cammino della regione"

"La politica italiana mi sembra che abbia ritrovato il cammino della ragione" ha dichiarato il Presidente del Consiglio Europeo Jean Claude Juncker prima dell'avvio dei lavori del summit. Il premier lussemburghese ha tuttavia ricordato che "l'Europa è sull'orlo di una recessione tecnica" e che le previsioni macroeconomiche non sono delle più incoraggianti. Per questo motivo bisognerà puntare in maniera decisa sulle misure che favoriscano la crescita.

 Barroso: "82 miliardi per la crescita"

Il Presidente della Commissione europea Manuel Barroso ha ricordato che l'Unione europea ha ancora a disposizione 82 miliardi di euro in fondi strutturali non utilizzati. Si tratta di un bel tesoretto che potrebbe dare nuova linfa alla crescita. "Proporremo di riprogrammare i fondi strutturali non utilizzati" ha dichiarato Barroso. La crescita è anche in cima alle priorità del premier inglese David Cameron, il quale, appena giunto a Bruxelles, ha chiesto "sforzi per la derugalation, la crescita e il lavoro".

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