Brindisi, le nuove piste: tra minacce alla scuola e parentele scomode
Chi ha messo la bomba a Brindisi? Domanda che a cinque giorni dai drammatici fatti che hanno portato all'assassinio di Melissa Bassi non sembra trovare proprio risposta. Dopo aver accertato l'estraneità dell'ex militare, gli investigatori hanno imboccato una nuova pista, fermo restando che la mano che ha compiuto il barbaro atto non appartiene all'eversione di matrice terroristica, ma a qualcuno che aveva un conto in sospeso con l'istituto Morvillo-Falcone: quasi un mese fa, un uomo avrebbe lanciato una minaccia contro la scuola, alla presenza di molti testimoni: «Ve la farò pagare». Un individuo la cui identità è ancora sconosciuta, ma i cui tratti somatici sono compatibili con quelli del presunto attentatore del video del telecomando.
C'è una vendetta alla base dei fatti di Brindisi? E' Repubblica a rivelare l'accaduto. Il 28 aprile scorso l'uomo, forse un insegnante, voleva entrare nella scuola, ma fu allontanato. Fu costretto ad andarsene, ma non prima di aver pronunciato quella frase davanti a tutti: «Ve la farò pagare». Un episodio comunque tutto da verificare. Gli investigatori ci stanno lavorando, convinti che all'interno dell'istituto qualcuno sappia qualcosa, ma tace. Per questo motivo le forze dell'ordine hanno requisito gli elenchi degli insegnanti che hanno lavorato nelle varie classi negli ultimi anni. Sarebbe già stati sentiti alcuni ex professori di materie tecniche.
Gli inquirenti, però, non hanno abbandonato la pista mafiosa. Pare infatti che una delle ragazze rimaste ferite nell’esplosione, sia nipote di un pentito di mafia. Vincenzo Greco, papà di Selene -ancora in ospedale a causa delle ustioni gravissime – in passato aveva subito un agguato dalla criminalità organizzata, dato che suo fratello, Antonio, è diventato collaboratore di giustizia. Una vendetta di Cosa Nostra contro questa persona, dunque? «State sbagliando strada. La Sacra Corona Unita non fa queste cose, non ammazza ragazzi» è la risposta dello stesso Greco.
Il caso della scuola "Morvillo-Falcone" rischia di creare una vera e propria pandemia. Altri istituti hanno, infatti, richiesta la sorveglianza di polizia e carabinieri all'entrata e all'uscita dei ragazzi, mentre l'angoscia che possa ripetersi un evento come quello di sabato ha fatto precipitare le presenza degli studenti in classe.