Brexit, il Regno Unito resta nell’UE. Cameron lancia il referendum: “Dirò di sì”
Sono servite 40 ore di negoziati a Bruxelles, ma alla fine l’accordo tra Londra e l'Unione Europea per evitare il Brexit è stato raggiunto. Un’intesa a cui si è giunti sulla base di un testo preparato in ultima analisi dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, alla ricerca di un compromesso tra le diverse esigenze nazionali. La Gran Bretagna ottiene così lo “status speciale” e il diritto di sorvegliare le istituzioni finanziarie e i mercati. A dare la notizia – durante il vertice dei Ventotto leader Ue in Belgio – è stata la presidente lituana Dalia Grybauskaite, sul suo profilo Twitter. "Il dramma è superato", ha scritto sul suo account, prima ancora che lo stesso Consiglio europeo desse conferma e che Tusk desse l’annuncio ufficiale, sempre via Twitter, del raggiungimento dell’accordo “unanime”. Poi l'annuncio che il referendum sulla permanenza in Europa del Regno Unito si terrà il 23 giugno al quale Cameron voterà sì per rimanere nell'Ue, un momento in cui il giovane premier inglese si giocherà la carriera. E non sarà una passeggiata visto che già sei componenti del suo governo – cinque ministri e un sottosegretario – hanno annunciato che voteranno a favore dell'uscita dall'Ue. Tra loro anche il Guardasigilli Michael Gove, amico personale del premier e il sindaco di Londra Boris Johnson, anche lui amico di Cameron.
L'accordo tra Regno Unito e UE
Il Regno Unito potrà attivare per 7 anni il cosiddetto ‘freno d'emergenza' per l'accesso dei benefici al welfare. Una limitazione che sarà applicato "a tutti i lavoratori nuovi arrivati per un periodo di 7 anni". La richiesta inglese era di 13 anni. Non è tutto. Altro importante risultato raggiunto dal premier David Cameron è quello in base al quale al momento della prossima revisione dei Trattati, verrà inserito un paragrafo in cui sarà chiaramente scritto che la Gran Bretagna è esentata dal concetto di "ever closer Union" ("Unione sempre più stretta", il principio su cui si fonda l'Europa sin dal Trattato di Roma del 1957). E ancora Cameron ottiene il disco verde per l'indicizzazione degli assegni per i figli rimasti in patria dei lavoratori europei emigrati nel Regno Unito, che saranno pagati in base al reddito medio del paese di residenza.
Brexit evitata, Cameron esulta
Ora “posso raccomandare di votare per la permanenza” della Gran Bretagna nella Ue. E’ il commento di David Cameron sull’accordo con la Ue nella conferenza stampa alla fine del vertice, spiegando che “non faremo mai parte del Superstato europeo”. “Saremo influenti nelle decisioni che ci interessano e avremo la possibilità di prendere iniziative, non parteciperemo ai salvataggi finanziari, all’euro e ai confini aperti”, ha poi spiegato l’inquilino di Downing Street. “Saremo protetti in modo permanente, la supervisione delle nostre banche resta a noi, l’Eurozona non sarà un blocco che può agire contro di noi e non saremo discriminati”, ha aggiunto. “Bene l’accordo tra Ue e Gb ma la partita per l’Europa inizia adesso: deve fare di più su tutti i punti di vista”, a partire dai migranti, ha affermato il premier Matteo Renzi al termine del vertice Ue a Bruxelles.