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Breivik: “Vengo trattato come un animale”

Il killer di Utoya che uccise 77 persone lamenta un trattamento disumano da parte dello stato norvegese.
A cura di Davide Falcioni
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Anders Behring Breivik, nel corso del processo intentato contro lo stato norvegese per "detenzione disumana", ha dichiarato: "Negli ultimi cinque anni, la Norvegia ha cercato di uccidermi. Non credo che molte persone sarebbero sopravvissute più a lungo di me". Il 37enne, autore nel luglio del 2011 della Strage di Utoya in cui persero la vita 77 persone, sta scontando una condanna a 21 anni di reclusione completamente da solo in un'ala di massima sicurezza del carcere di Skien, a circa 100 chilometri da Oslo. Il norvegese ha definito "una tortura che viola la Convenzione europea sui diritti umani" lo stato di isolamento in cui è recluso.

Breivik, che a differenza di due giorni fa oggi si è presentato in aula senza fare il saluto nazista, ha detto che negli ultimi cinque anni è stato trattato "come un animale" lamentandosi delle 885 perquisizioni a cui è stato sottoposto, ritenute un trattamento inumano. L'uomo ha riferito che il cibo che gli viene dato è peggio del waterboarding, la tecnica simulata dell'affogamento. Il killer ultracattolico ha denunciato di essere completamente "imbavagliato" dalle autorità e di sviluppare "emicranie da isolamento", che hanno colpito la sua salute e non gli consentono di concentrarsi.

Dopo essersi lamentato per le presunte violazioni subite ha ribadito che lotterà "fino alla morte" per il nazismo, ideologia per cui ha speso 25 anni di vita. "Sono nazionalsocialista da quando avevo 12 anni", ha affermato, elogiando l'ascesa dell'estrema destra in Grecia e dei partiti di destra in Germania e spiegando di essersi ispirato ad Adolf Hitler, pur non credendo nella rivoluzione violenta (già, dopo aver ucciso 77 esseri umani). Breivik ha chiesto ai giudici la possibilità di incontrare almeno cinque persone, la libertà di accesso alle e mail e quella di pubblicare un libro. Naturalmente tutte le accuse mosse dal killer sono state rispedite al mittente dal governo, che anzi ha detto che le condizioni di detenzione dell'uomo sono "ben entro i limiti di ciò che è permesso".

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