“Hillary told staff that she could not fathom how an army private, Bradley Manning, with psychological problems and a drag-queen boyfriend could single-handedly cause the United States unprecedented embarrassment just by labeling massive downloads as Lady Gaga songs.” E' un articolo di Vanity Fair, che riporta una uscita quantomeno inopportuna del Segretario di Stato USA Hillary Rodham Clinton, a fornirci lo spunto per parlare di una di quelle vicende che solitamente cerchiobottisti e qualunquisti amano definire "spinose". In realtà, quella di Bradley Manning, 27enne ex analista del corpo dei marines, più che spinosa, controversa e ambigua, è una storia terribile, che scopre il velo di maya dell'ipocrisia e della mistificazione dietro il quale si cela la famelica ragion di Stato.
Bradley è infatti uno dei tanti "nemici della Patria" a stelle e strisce, sospettato di essere una delle talpe di Julian Assange, in particolare per quanto riguarda il tristemente famoso video denominato "Collateral Murder", in cui due Apache statunitensi uccidono 12 civili disarmati, fra cui un reporter. Dopo pochissimi giorni dalla pubblicazione del video, che mostra l'infamia ed il disonore del commando dei Marines, da parte di Wikileaks, Manning venne arrestato e, dopo qualche mese in Kuwait, trasferito dapprima nel carcere di Quantico (Virginia) e successivamente a Fort Leavenworth, nel Kansas, dopo che erano venuti alla luce maltrattamenti e vessazioni psicologiche da parte di secondini ed inquirenti. Tuttora Manning è trattenuto in carcere, anche se non è stato condannato per alcun reato, mentre sono molte le testimonianze che riportano le drammatiche condizioni del giovane marine, tra "trattamenti inumani che per gli standard di alcuni paesi costituirebbero tortura" e costrizioni assurde, come dormire "solo con un paio di pantaloncini e con la luce accesa, venendo controllato ogni 5 minuti, svegliato dalle guardie se non completamente visibile […] a lui è concesso camminare in circolo in una stanza per un'ora al giorno, mentre viene incatenato durante le rare occasioni in cui può ricevere visite" (fonte Wikipedia). Un trattamento condannato anche dai più autorevoli giuristi statunitensi, in una lettera aperta che rappresenta un affondo sostanziale nei confronti non solo della Presidenza Obama, ma anche dell'intero "sistema" sul quale si regge il fragile equilibrio internazionale.
Un sistema smascherato e per tanti aspetti ridicolizzato proprio dalla pubblicazione dei cabli riservati di Wikileaks, senza dubbio uno dei "fatti" più rilevanti degli ultimi decenni (malgrado la propaganda e il martellamento mediatico – politico abbiano tentato di depotenziarne la portata). E a questa vicenda è legata a doppio filo la vita di Bradley Manning, sospettato dal Pentagono di essere proprio il whistlebowler che ha messo nelle disponibilità di Assange e soci l'incredibile mole di documenti pubblicati poi dai massimi organi di stampa mondiali. Un'accusa sempre respinta sia dai legali di Manning che dallo stesso Assange e soprattutto sostenuta da prove che definire "deboli" appare finanche riduttivo. Anzi, non sono in pochi ad aver sempre sostenuto che le "umiliazioni, vessazioni e provocazioni" avessero proprio lo scopo di convincere Manning ad "implicare" il fondatore di Wikileaks Julian Assange in una sorta di cospirazione internazionale contro gli Stati Uniti in modo da consentirne l'incriminazione e, con ogni pobabilità, la definitiva neutralizzazione come "nemico della Nazione".
Ma quella di Bradley è anche l'ennesima speranza delusa per quanto concerne l'operato di Barack Obama dietro la scrivania della Stanza Ovale. Un Presidente capace di parole epiche, storiche e toccanti, come quelle pronunciate al Cairo, ma non di onorare una parte cruciale delle promesse "pre – elettorali"; un Presidente pronto a difendere con forza il "vento di cambiamento che spira nel Nord Africa e nel mondo arabo", ma immobile di fronte alla sofferenza di un individuo privato della sua dignità ed umanità, umiliato, torturato e finanche deriso per via della sua vita privata. Una vita distrutta per sempre (e forse finanche in pericolo), nell'indifferenza quasi generale.
Anche se, dobbiamo essere onesti e raccontarvi anche della prova schiacciante in mano al Pentagono. Si tratta di una conversazione in chat fra l'ex analista ed un suo amico, che testimonia in modo eclatante quanto Manning stesse "aiutando il nemico":
“I want people to see the truth, regardless of who they are… because without the truth you can’t make informed decisions as a public.”
Voglio che le persone sappiano la verità, perchè senza la verità non è possibile prendere decisioni consapevoli.
Un pericoloso rivoluzionario, uno sfascista di professione, che ha mostrato al mondo quello che la guerra è stata, è e sempre sarà: la vessazione dell'uomo sull'uomo, il tripudio dell'odio, l'epifania della nostra parte peggiore, prevaricatrice e distruttiva. Insomma, uno sciocco idealista che non si rende conto di quanto sia importante esportare la democrazia e la libertà, divinità che non possono preoccuparsi certo per qualche vita strappata, per "qualche goccia di straniero sangue versata". Un uomo, che magari in questo momento trema al solo pensiero che si spenga la luce nella sua cella, attorno alla sua storia…