Bossi chiama Maroni, pace fatta nella Lega (forse)
Il Senatùr questa volta ha dovuto mollare, dopo il divieto di fare comizi imposto all'ex Ministro Maroni, il leader del Carroccio ha dovuto fare i conti con la base del suo partito, che non ha certo gradito le imposizioni di Bossi all'ex delfino. Dopo la denuncia di bavaglio da parte di Maroni il leader della Lega ha fatto una parziale marcia indietro, e in un commento sul quotidiano leghista ha chiarito che nessuna imposizione è stata fatta ma che presto i due parleranno insieme in un nuovo comizio del Carroccio. Lo stesso Maroni ha confermato la pace, rivelando di aver ricevuto una telefonata direttamente da Bossi che lo avrebbe rassicurato, "ora spero che la cosa sia chiarita definitivamente" ha detto l'ex Ministro degli interni.
Le polemiche, però, potrebbero non finire qui, visto che la spaccatura tra i due e soprattutto tra i seguaci delle due visioni leghiste si fa sempre più ampia. Non è passato inosservato l'esplicito appoggio che molti amministratori locali della Lega hanno offerto a Maroni invitandolo a non mollare con sui Bossi dovrà fare i conti. Di fatto dopo l'abbandono dell'ex alleato di Governo, Silvio Berlusconi, la Lega ha incominciato a ondeggiare tra una posizione e l'altra non sempre in accordo con la base elettorale né al suo interno. A pesare sulla situazione non ultimo il voto sull'arresto di Cosentino alla Camera, che per poco non ha scatenato una rissa tra i parlamentari del Carroccio.
Certamente a nessuna delle due parti interessa spaccare il partito, sopratutto in un momento particolare per la Lega ritornata prepotentemente forza di opposizione. Lo ha dimostrato lo stesso Maroni scegliendo come immagine ufficiale del suo profilo di Facebook una vecchia foto sorridente con il Senatùr, seguito poi a ruota dai suoi seguaci di partito. Ma neanche a Bossi va di perdere una buona fetta di elettorato padano, "questo non è il momento delle polemiche, chi spera in una Lega divisa e dà ascolto a intermediari confusionali rimarrà deluso" ha fatto sapere il leader della Lega. Il prossimo appuntamento leghista del 22 gennaio a Milano dunque si rivelerà chiarificatore delle vere intenzioni dei due, ma anche un buon banco di prova per sondare gli umori della base.