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Bossetti, prima notte da condannato. “Una tortura: non toglietemi i figli”

Bossetti è sorvegliato a vista nel carcere di Bergamo per timore che possa compiere gesti estremi. Il muratore è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, lui però sembra aver un pensiero che va oltre la condanna: i figli.
A cura di Biagio Chiariello
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 “Non possono portarmi via i miei figli”. Massimo Bossetti è disperato, ma non si arrende. Dopo la sentenza che lo condanna all’ergastolo per il caso dell’omicidio di Yara Gambirasio, il muratore di Mapello, come evidenzia Il Messaggero, sembra tormentato da un pensiero che sembra anche più duro della condanna stessa: “Mi possono condannare, ma non possono levarmi i figli. Cosa vuole dire? Non potrò più vederli?”. Il suo avvocato Claudio Salvagni ha comunque chiarito che quella che gli toglie la potestà genitoriale è una pena accessoria, che scatterà soltanto se la condanna penale dovesse diventare definitiva.

Bossetti non si capacita: “Sono distrutto. Non mi aspettavo un colpo così. Ero fiducioso, so di essere innocente. Come hanno potuto condannarmi? È stato un grande errore, è stata una grandissima ingiustizia. In vita mia non ho mai fatto del male a nessuno. Ho avuto una vita normale. Sono una persona mite, non ho mai litigato con nessuno, come ho detto ai giudici. Mi stanno uccidendo dentro, tutto, l’esistenza, la famiglia. È una tortura”. Ma il dna isolato sui legging e sugli slip di Yara, secondo i giudici della Corte d'Assise, raccontano tutt’altra verità: è lui che quel 26 novembre 2010, ha caricato la 13enne sul suo furgone, martoriata e poi e lasciata morire nel campo di Chignolo. Ora è sorvegliato 24 ore su 24, nel timore di gesti inconsulti. Bossetti rassicura: “Non succederà nulla di questo. Devo andare avanti. Continuerò a lottare. Devo farlo per i miei bambini”. Non è stato ancora stabilito se e quando all’imputato sarà consentito di incontrare i figli. Quei figli che Bossetti continua a nominare nel pronunciarsi innocente: “Sono padre anch’io. Non avrei mai potuto fare del male a una bambina”.

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