Bonus cultura per i diciottenni, il ministro Bonisoli vuole abolirlo. Pd: “Comincia molto male”
Il ministro dei Beni Culturali vuole togliere il bonus cultura per i diciottenni. In un'intervista al Corriere della Sera il ministro Alberto Bonisoli ha spiegato che è "indubbiamente un fatto positivo" che lo scorso governo abbia stanziato più risorse, "ma in alcuni casi era meglio spendere diversamente i soldi. Penso alla 18 App, i 500 euro in buoni da far spendere ai diciottenni. Vale 200 milioni… Meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe".
Ma la dichiarazione ha subito scatenato polemiche, soprattutto nel Pd, visto che la misura, che prevede 550 euro per in buoni da spendere, è stata proprio uno dei cavalli di battaglia di Matteo Renzi. "Purtroppo il ministro della Cultura Bonisoli conferma di volere smantellare ‘@18app' iniziativa pilota in Europa, penalizzando 18enni", scrive su Twitter il deputato del Pd Filippo Sensi.
La replica a Bonisoli arriva anche dalla parlamentare Anna Ascani sostenendo la petizione a difesa di 18App su change.org: "Si può avere idee diverse su 18App, strumento certamente perfettibile. Ma pensare che l'acquisto di un libro, la visita a un museo, un concerto, uno spettacolo teatrale non abbiano un valore diverso per lo Stato rispetto a ‘un paio di scarpe in più', è preoccupante e pericoloso. Per questo credo sia importante firmare e far girare questa petizione a difesa di 18App. Sulla cultura non si taglia".
Critiche anche da Andrea Marcucci: "Un ministro della cultura, come #Bonisoli, che vuole iniziare suo mandato con un taglio, comincia molto male. #18app aiuta a diffondere la cultura tra i giovanissimi. #18appnonsitocca".
Nell'intervista il ministro parla del programma, e della possibilità affidare la direzione dei musei italiani a stranieri: "A me piace pensare che un direttore debba essere bravo. Per struttura mentale, vorrei attenzione per gli italiani. Ma ragionare in base al passaporto mi sembra desueto, così come trovo provinciale che la scelta di uno straniero, solo perché straniero, sia segnale certo di modernità". Sulle distanze con la Lega, che al contrario del M5S vorrebbe eliminare le Soprintendenze, delegando tutto alle Regioni, spiega "abbiamo la fortuna di basare l'attività di governo su un contratto, metodo rivoluzionario e rispettoso dell'elettorato. Nel contratto non c'è l'abolizione delle Soprintendenze, c'è il rafforzamento della tutela e della valorizzazione". Il ministro Bonisoli convocherà i soprintendenti per ascoltarne le difficoltà: "Meglio qualche viaggio all'estero in meno del ministro e qualche auto in più per le Soprintendenze".