Bongiorno: “Voglio la legittima difesa. Chi entra in casa per uccidere deve sapere che io posso reagire”
Anche l'avvocato Giulia Bongiorno aveva paura di Salvini prima di trovarsi a tu per tu con il leader del Carroccio. Parlando della sua candidatura alle prossime elezioni politiche del 4 marzo al Corriere della Sera, l'avvocato Bongiorno ha spiegato: "Anche io all’inizio avevo paura di Salvini. Pensavo di non poter parlare con lui. Poi a livello di contenuti ho capito che c’è piena condivisione. Se ci fermiamo all’apparenza, Salvini fa paura. Se guardiamo i contenuti, e io che lo conosco dal 2015 posso dirlo, è stato un apripista perché ha segnalato molti pericoli e poi gli altri se ne sono resi conto. Io con lui ho parlato di donne, di natalità: e da parte sua c’è stata umiltà e voglia di capire. Se avessi pensato che era un razzista, avrei fatto un’altra scelta. Questo è chiaro".
Bongiorno racconta di essersi convinta ad accettare l'offerta del Carroccio proprio andando "oltre le apparenze": "Salvini è una persona che può fare le cose. Ho incontrato politici che non avevano idee precise. Lui le ha. E poi su sicurezza, immigrazione e tanto altro la pensiamo allo stesso modo. Non è il rozzo ignorante che parla a vanvera".
Tra le battaglie che Bongiorno mira a combattere a fianco di Matteo Salvini c'è quella della legittima difesa: "Chi scelga di entrare in una casa altrui per violentare o per uccidere deve accettare le conseguenze. E chi è aggredito deve poter reagire. In molti stati europei lo stato di ansia e di paura che genera un’intrusione in casa legittima sempre la difesa. Vorrei questa cosa anche in Italia. Oggi chi reagisce sa bene che può finire come minimo indagato, se non andare a processo e spendere molti soldi per difendersi".
Per quanto riguarda l'immigrazione, invece, Bongiorno ha spiegato: "Credo che molti di questi flussi migratori portano in italia molti uomini che reputano le donne soggetti inferiori. Chi è in difficoltà va accolto. Se ci sono persone che sono in regola, io le aiuto e lo ospiterei anche. Se c’è il furbetto, lo evito: non possiamo certo accogliere tutti i clandestini e gli irregolari".
"Io credo che il garantismo non sia in contrasto con le sanzioni e le regole. Massima tutela fino al terzo grado di giudizio. Ma nel momento in cui arriva la sentenza definitiva, certezza della pena e si va in carcere. C’è bisogno di regolamentare il fenomeno, per farlo emergere. Ci sono una serie di modelli, non pensiamo ai bordelli: ci sono regole , controlli sanitari, zone dedicate".
Infine, replicando alla stoccata di Maroni di stamane, Bongiorno ha dichiarato: "Chi mi conosce sa che Andreotti non è mai stato un semplice mio assistito, per me è stato un uomo importante per la mia formazione intellettuale. Ho grande affetto nei suoi confronti: lo scorso 14 gennaio avrebbe fatto 99 anni. È inevitabile che chi mi intervista mi chieda: cosa avrebbe pensato Andreotti che era contrario alla secessione? Io ho detto che se ci fossimo trovati nella Lega che voleva dividere la Padania dall’Italia, Andreotti mi avrebbe detto di pensarci su bene. Con questo tipo di Lega differente, avrebbe assolutamente condiviso la mia scelta. Detto questo non ho da replicare a Maroni. Io oggi mi candido perché voglio accanto alla lega una serie di battaglie su giustizia, sicurezza, violenza. Per favore non mi toccate Andreotti, almeno dal punto di vista umano".