Bondi: ”Pronto a dimettermi. Sono stato lasciato solo”
"Ho già chiesto più volte al presidente del Consiglio di essere sostituito. Vorrei dimettermi. Spero che accetti le mie dimissioni al più presto," queste le parole di Sandro Bondi durante l'intervista concessa a Gian Antonio Stella del Corriere della Sera. Il responsabile dei Beni culturali spiega di aver "vissuto la mozione di sfiducia come una grande lacerazione. Un atto di violenza nei miei confronti". Lo scorso novembre il ministro dei Beni culturali era finito nell'occhio del ciclone al seguito del crollo degli scavi di Pompei (che ha addirittura portato all'intervento di ispettori dell'Unesco) Sfiducia, poi, affossata – 314 voti contrari (su 304 necessari) e 292 favorevoli – grazie, soprattutto, alle assenze nell'opposizione e con l'ausilio determinante del gruppo dei “responsabili”.
"Non mi dimetto", aveva detto Bondi prima di uscire vincente dal voto, "e non merito la mozione di sfiducia individuale. Sono un ministro sotto accusa per il crollo di un tetto in cemento armato costruito negli Anni 50, ma nessuno si ricorda dei ‘no' che ho detto per fermare scempi e abusi come il Pincio".
Ma ora "sparire dalla prima linea," è quanto auspicato dal ministro. "Voglio dedicarmi alla mia famiglia, alla mia compagna", oltre a "fare il senatore e continuare a lavorare a fianco del presidente Berlusconi", asserisce Bondi. "Spero che nelle retrovie io possa trovare un minimo di terreno utile a fare quello che per me significa la politica: un confronto di idee e impegno per il rinnovamento del Paese".
Allo stato attuale Bondi è una sorta di ministro a mezzo servizio, come egli stesso ammette: ”non è normale” il fatto di non recarsi più al dicastero ma, ci tiene a precisare che ”non ho mai cessato i miei doveri di ministro, anche se sono consapevole di molte sconfitte. Ultimi i miei interventi per il decreto Milleproroghe, anche se pure questi non sono serviti a ottenere risultati positivi”. Ma le accuse, dopo i fatti di Pompei, lo hanno tormentato: "Per tre mesi sono stato sotto attacco dell’opposizione in maniera violenta e non ho ricevuto nessuna solidarietà. Sono stato lasciato solo”.
Bondi punta il dito, in particolare,contro Casini, colpevole di aver votato per la mozione di sfiducia. "Sono stato l'unico dentro al Pdl a tenere sempre una porta aperta nei confronti del suo partito, lui mi ha ricambiato con un atteggiamento barbaro".