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Bombardamenti in Libia, Bossi: “Basta raid o può capitare tutto”

Il leader del Carroccio Umberto Bossi, nonostante le sue intenzioni di non far cadere il governo, ha dichiarato pubblicamente che sulla questione bombardamenti in Libia il suo partito non cambia linea e che “tutto può succedere”.
A cura di Alfonso Biondi
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Pdl e Lega

La Lega non fa retromarcia. La decisione di Berlusconi di bombardare la Libia sta creando una spaccatura sempre più evidente tra il Pdl e il Carroccio. E che l'aria che si respira sia davvero pesante lo confermano le ultime dichiarazioni di Umberto Bossi che suonano tanto come un aut-aut: "Se non cesseranno i raid aerei sulla Libia– ha detto- tutto può succedere. Noi non facciamo un passo indietro".

Il governo potrebbe quindi cadere sulla questione libica. Potrebbe, ma andiamoci piano. Lo stesso Bossi, infatti, qualche ora prima in un comizio a Domodossola aveva dichiarato: "Io non voglio certo far saltare il Governo. Loro  vogliono farlo cadere, ma la sinistra al Governo non ci andrà mai". E sulla situazione abbastanza tesa tra il suo partito e quello del Cavaliere: "Speriamo di trovare la quadra con Berlusconi, non vogliamo far cadere il governo per la Libia".

Le argomentazioni del senatùr contro i bombardamenti sono fondamentalmente due: i costi elevatissimi di una missione del genere e i massicci flussi migratori che potrebbero scaturirne. Queste le sue parole:

Non va bene perché costa troppo. E poi se butti le bombe o i missili gli immigrati aumentano, scappano via tutti. Senza pensare che chi fa la guerra poi deve pagare magari per ricostruzione. Non è mai finita. Già una volta abbiamo pagato i danni della seconda guerra mondiale. Le immigrazioni clandestine costano in tutti i sensi. Non va mica bene le guerra.

Insomma se da una parte il leader del Carroccio non ha intenzione di far cadere il governo, dall'altra non può prescindere dallo stop ai bombardamenti in Libia. Riuscirà quindi a "trovare la quadra" con Berlusconi? Al momento è difficile fare una previsione. Ma "la quadra" bisognerà trovarla quanto prima, anche perché il 3 maggio la Camera sarà chiamata a votare una mozione del Pd sulla questione libica: spaccarsi tra 4 giorni decreterebbe una crisi dell'esecutivo.

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