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Bologna ricorda la strage. Il governo invece è assente e indifferente

31 anni dopo Bologna ricorda gli 85 morti della strage senza il governo. Nessun ministro, nessun membro dell’opposizione, nessun premier. Indignazione e rabbia da parte dei parenti delle vittime.
A cura di Biagio Chiariello
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C'è chi sostiene che il tempo sia l'unica cura possibile per rimarginare ferite apparentemente irricucibili. Purtroppo ci sono delle eccezioni. Poiché laddove imperversa la violenza, infame e imprevedibile, non può esserci alcuna giustificazione alla colpa, soprattutto per il fatto che a 31 anni dalla bomba che uccise 85 persone e provò il ferimento di altre 200 nella stazione di Bologna rimangono ancora troppi vuoti. Di quel 2 agosto del 1980 ogni cittadino italiano ricorda ogni attimo. Sono le 10.25 e la sala d'aspetto della stazione ferroviaria nella città felsinea è attraversata da un continuo andirivieni di persone: turisti, pendolari, famiglie che vanno al mare o che rientrano in città dopo le vacanze estive. Diverse di quelle vite vengono spezzate quando un ordigno, contenuto in una valigia abbandonata, esplode sbriciolando l'intera ala ovest della stazione, sventrando due vagoni del treno Ancona-Basilea e il bar ristorante. Una sorta di tsunami fatto di travi d’acciaio, lamiere, rotaie, blocchi di cemento armato e terra travolge tutto e tutti. Tra le vittime anche dei bambini, come la piccola Angela Fresu di soli 3 anni. Anche lei è una dei caduti di uno degli attacchi terroristici più feroci e scellerati della storia del nostro Paese.

Oggi, 2 agosto, Bologna rende omaggio a quegli 85 morti. E il dolore del ricordo di quella calda giornata di agosto di 31 anni fa, si mischia all'indignazione. L’assenza del governo alla celebrazione per l'anniversario della strage è un' offesa alla memoria dei martiri. Non solo non c' è il premier Silvio Berlusconi con tutto il suo team di Ministri, ma mancano anche le principali figure dell'opposizione da Antonio di Pietro a Pier Luigi Bersani, passando per Pier Ferdinando Casini. L' unica carica istituzionale presente è il neosindaco bolognese, Virginio Merola, che ha commentato la vicenda con termini duri ma giusti, parlando di “mancanza di riguardo e di rispetto per Bologna. Una posizione miope – aggiunge – che non riesce a vedere la coesione civile di una città che in questa ricorrenza si unisce per fare del ricordo delle vittime del 2 agosto e della richiesta di piena giustizia e verità sulla strage, un elemento fondamentale nel senso di appartenenza di una comunità”.

Termini analoghi sono quelli adoperati dal presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna Paolo Bolognesi, nell'intervento tenuto alla celebrazione di fronte alla stazione: "Nei confronti dei parenti delle vittime, non solo della strage di Bologna, il Governo ha avuto un comportamento inqualificabile: quest'anno come l'anno scorso, non ha inviato alcun rappresentante istituzionale a Bologna".

Il prefetto Angelo Tranfaglia ha parlato solo in Comune, rilasciando una dichiarazione che lascia tuttavia perplessi: "Non mancherà l'impegno delle istituzioni, in primo luogo di governo e magistratura, e dobbiamo avere fiducia che anche a distanza di anni si possa dare finalmente ai familiari, alla città di Bologna e alla nazione una verità più completa".

"La gente di Bologna non gradisce la presenza del governo”, aveva detto ieri il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, motivando l' assenza del governo al corteo di commemorazione della strage. In realtà l'esecutivo è latitante non solo per evitare di beccarsi i fischi del popolo, ma anche e soprattutto perchè non riesce a dare ai cittadini ciò che chiedono da ormai 31 anni: la verità. Per farlo bisognerebbe semplicemente adottare la legge 124 del 2007, che farebbe decadere dopo 15 anni (tranne per fatti relativi alla sicurezza nazionale), il segreto di Stato. Sarebbe il minimo per onorare nel modo migliore gli 85 morti, i 200 feriti e i familiari delle vittime di questa ignobile, tristemente indimenticabile strage.

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