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Bologna, al via il processo Aemilia sulla ‘Ndrangheta in Emilia Romagna

Oltre 200 imputati accusati di aver a vario titolo favorito il radicamento della ‘ndrangheta in Emilia Romagna.
A cura di Davide Falcioni
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Prende il via nei locali della Fiera di Bologna blindati per l'occasione, il maxiprocesso Aemilia sulla ‘ndrangheta nel Nord Italia: oltre 200 imputati coinvolti per decine di reati. Si tratta di un procedimento giudiziario senza precedenti in Emilia anche per la quantità di enti e associazioni che si sono costituite parte civile. Proprio in Emilia Romagna, infatti, le cosche della ndrangheta avevano assunto il controllo di una enorme quantità di attività sul territorio: dai lavori per la ricostruzione post sisma al condizionamento delle elezioni amministrative, nel tentativo di piazzare in comuni e provincie uomini fidati.

In un'aula che può contenere 500 persone siedono i leader  della cosca Grande Aracri di Cutro, ma anche i "manovali" e i politici che si erano prestati al gioco. Sotto accusa il sistema che nell'ultimo decennio aveva permesso alla ‘ndrangheta di controllare un enorme numero di appalti pubblici nelle provincie di Bologna, Reggio Emilia e Modena, in una zona che a lungo è stata erroneamente considerata "pulita" dalle infiltrazioni.

La Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna ipotizza reati per 189 diversi capi d’imputazione da sottoporre al vaglio del Gup Francesca Zavaglia. Ci sono minacce, usura, associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia dei beni, falso in bilancio, corruzione elettorale, turbativa d'asta. La gamma però prevede molti altri reati in quella che secondo gli inquirenti non è stata semplice infiltrazione della malavita, ma un tentativo di radicamento di un sistema criminale in uno dei territori più vasti d'Italia. Per questo il processo Aemilia dimostra, tra le altre cose, come in nessuna latitudine dello stivale ci si possa considerare al riparo dalle influenze mafiose.

All'avvio del processo, questa mattina, si sono presentati come parti civili il Presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e l’assessore alla Legalità Massimo Mezzetti, ma anche Libera, Arci, la Cgil, la presidente nazionale degli autotrasportatori di Fita Cna, e i rappresentanti di Province e Comuni.

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