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Bollette a 28 giorni, ora le compagnie telefoniche rischiano di dover rimborsare i clienti

Con un recente delibera, l’Agcom ha sanzionato le compagnia telefoniche in relazione all’introduzione illegittima della fatturazione a 28 giorni e ora a quanto pare WindTre, Tim, Vodafone e Fastweb potrebbero essere costrette a rimborsare i clienti.
A cura di Charlotte Matteini
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Le società di telecomunicazioni che hanno applicato la tariffazione a 28 giorni, e che nonostante la delibera dell'Autorità delle telecomunicazioni non hanno ripristinato la fatturazione mensile, potrebbero incorrere non solo nelle sanzioni elevate da Agcom ma potrebbero essere costrette anche a rimborsare i clienti. Come spiega un articolo del Sole 24 Ore, "l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è andata giù pesante nelle delibere con cui ha multato i quattro operatori per la loro decisione di non adeguarsi – avrebbero dovuto farlo dalla fine di giugno – alla fatturazione mensile per i propri servizi nel fisso o ibridi (fisso-mobile). Per quanto riportato nel documento ora pubblicato sul sito web dell’Authority, è immaginabile pensare che tutto finirà in tribunale, con le telco intenzionate a controbattere colpo su colpo puntando l’indice contro quella che è ritenuta una illegittima limitazione commerciale, peraltro in una industry in cui i prezzi dei servizi sono scesi di 14 punti fra 2012 e 2016". 

Nella delibera sostanzialmente le quattro compagnie telefoniche veniva diffidate "a provvedere – in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o di multipli del mese – a stornare gli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile. Nella prima fattura emessa con cadenza mensile l’operatore è tenuto a comunicare con adeguato risalto che lo storno è avvenuto in ottemperanza al presente provvedimento".

Insomma, l'intervento dell'Autorità ha scatenato una contromossa da parte delle società di telecomunicazione, che sono intenzionate a non cedere alle imposizioni della delibera. "Secondo quanto previsto da Agcom le telco non saranno tenute tecnicamente a rimborsare. Detto questo, è però stabilito che dovranno stornare dalla prima bolletta emessa con cadenza mensile il quantum per le cifre chieste agli utenti per i giorni erosi a partire dal 23 giugno. Se l'aumento su base annua è stato dell’8,6% per 1,19 miliardi (come indicato in uno studio Agcom), agli utenti dovrà tornare sotto forma di storno tutto quanto pagato in più dal 23 giugno. Insomma, centinaia di milioni considerando che le compagnie – che pure hanno annunciato che torneranno alla fatturazione mensile – hanno anche tempo fino ad aprile per adeguarsi, come previsto dal decreto fiscale 148/2017 (poi convertito nella legge 172/2017) che ha messo uno stop alla fatturazione a 4 settimane per tlc e pay tv", spiega il Sole 24 Ore.

"La delibera di marzo dava 90 giorni per mettersi in regola, passati invano. E quindi dal 23 giugno – dal punto di vista dell’Agcom – Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb sono de facto inadempienti. Da qui la diffida e poi la multa con le compagnie telefoniche che tuttavia da subito hanno chiarito di voler attendere la pronuncia, a febbraio, del Tar sul loro ricorso contro Agcom. L’Autorità, dal canto suo, non ha però aspettato. E così le 4 delibere (la 497/17 per Wind Tre; la 499/17 per Tim; la 498/17 per Vodafone Italia e la 500/17 per Fastweb), con relatore il commissario Francesco Posteraro e pubblicate il 21 dicembre, oltre alla multa contengono una formulazione che sicuramente finirà per rinfocolare lo scontro fra Agcom e compagnie in difesa delle quali, sul tema della fatturazione a 28 giorni, si è schierata apertamente nei mesi scorsi l’associazione di categoria Assotelecomunicazioni-Asstel", prosegue il Sole 24 Ore.

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