Bollette a 28 giorni, arriva la legge per abolirle: “Le fatture devono essere mensili”
Il varo della legge di bilancio si avvicina e la deputata del Pd Alessia Morani ha deciso di depositare una proposta di legge, di cui chiede l’inserimento nella manovra autunnale, che punta ad abolire le bollette a 28 giorni. La pratica della fatturazione a 28 giorni invece che mensile viene ormai utilizzata da più di un anno e mezzo da molte compagnie, soprattutto in ambito di linea telefonica. La proposta di legge dal titolo “Misure per la tutela degli utenti dei servizi di pubblica utilità in materia di cadenza di rinnovo delle offerte e fatturazione dei servizi, nonché di modifiche unilaterali e di diritto di recesso” ha proprio l’obiettivo di abolire questa pratica e consentire agli utenti di vedersi restituite le somme “indebitamente percepite da parte degli operatori in caso di violazione di tale obbligo”. Morani punta a inserire questo provvedimento nella legge di bilancio in modo da poterla rendere efficace in tempi brevi.
La proposta di legge, di cui Fanpage.it ha preso visione, proibisce la “modifica unilaterale delle condizioni contrattuali ogni quattro settimane anziché a cadenza mensile”. Una pratica che comporta il pagamento di 13 mensilità annue invece di 12, che “si traduce in aumento di circa l’8,6% dei costi a carico di ciascun utente”. Nella proposta si ricorda come l’intervento dell’Agcom avvenuto negli scorsi mesi, atto a proibire questa pratica, non è “risultato sufficiente dal momento che gli operatori telefonici non si sono adeguati al provvedimento nonostante l’avvio di procedimenti sanzionatori”. Inoltre, nella proposta ci si pone l’obiettivo di “contrastare un eventuale effetto di ‘trascinamento’ verso altri settori” in cui questa pratica non viene ancora impiegata.
“La presente proposta di legge – si legge ancora nel testo – introduce in maniera univoca e in via generale l’obbligo di prevedere la cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione dei servizi su base mensile (o suoi multipli) nei contratti di fornitura in tutti i servizi di pubblica utilità”. La proposta, inoltre, “dispone un irrobustimento dei poteri di vigilanza da parte delle competenti autorità di settore, un aumento delle sanzioni comminabili e la previsione, oltre ad un equo indennizzo, della restituzione delle somme indebitamente percepite da parte degli operatori in caso di violazione di tale obbligo”.
Fatturazione mensile e più sanzioni per gli operatori
La proposta è composta di due articoli. Nel primo si stabilisce l’obbligo di fatturazione mensile e si introducono sanzioni da “500 a 5mila euro in caso di violazione a carico dell’operatore sanzionato”, oltre al “pagamento di un indennizzo forfetario non inferiore a 50 euro in favore di ciascun utente interessato dalla illegittima fatturazione”. Le sanzioni vengono inasprite rispetto al passato, passando dal precedente range che prevedeva un minimo di 120mila euro e un massimo di due milioni e mezzo, a un raddoppiamento delle cifre con sanzioni che possono andare dai 240mila euro ai 5 milioni.
L’articolo due disciplina le modifiche contrattuali: gli operatori “hanno facoltà di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali qualora sussista un giustificato motivo oggettivo. La modifica deve essere comunicata espressamente al cliente secondo modalità recanti in modo evidenziato la formula ‘Proposta di modifica unilaterale del contratto’, le informazioni complete circa le motivazioni sottostanti la modifica e l’esercizio del diritto di recesso, con preavviso minimo di due mesi” senza alcun costo per l’utente.