Blitz Lo Russo: luci e ombre su Pisani, il superpoliziotto accusato di favoreggiamento
L'operazione Megaride è come un violento tsunami su Napoli. Un maremoto che costringe a rivedere ruoli e attività e che, comunque, sta già mettendo in moto la macchina del fango. La misura cautelare del divieto di dimora a Napoli e provincia predisposta per il capo della Squadra Mobile, Vittorio Pisani, pesa come un macigno. Lui, lo sbirro che ha arrestato "‘O ninn", Antonio Iovine, adesso è indagato nella maxi inchiesta della Dia su usura e riciclaggio, e che ha previsto il sequestro di oltre 15 locali della Napoli bene, tra Chiaia e Posillipo. Nonostante le misure cautelari per Pisani, in realtà, nell'ambiente i dubbi sono pochi: chi lo conosceva non può che fare quadrato attorno a lui, come Antonio Manganelli che, dopo il trasferimento di "uno dei migliori sbirri d'Italia" ha incoraggiato i suoi uomini, esortandoli a continuare il lavoro finora condotto da Pisani.
Stimato per il suo fiuto investigativo e per la capacità di sopportare smodati carichi di lavoro, Pisani è "figlio d'arte": il padre era poliziotto della stradale a Catanzaro. Dopo essersi laureato in Legge, Pisani sceglie la strada della Polizia: nella Napoli degli anni '90, quando i delitti avevano frequenza quasi giornaliera, la sezione omicidi diventerà pane per i suoi denti. Nel '97, Pisani sarà protagonista di una vera e propria caccia, quella per assicurare alla giustizia i responsabili dell'omicidio di Silvia Ruotolo, sorella del giornalista Sandro, vittima casuale della mano impazzita della camorra. Di lì in poi, sarà un susseguirsi di successi per il calabrese: in servizio a Roma fa arrestare il capo della Sacra Corona Unita, Francesco Prudentino, dopo sei mesi di indagini senza sosta, di cui una parte in Grecia. Soltanto qualche settimana fa, aveva fatto arrestare Carmine Amato, con un'operazione degna dei migliori 007.
Nella misura cautelare predisposta dal Gip, si legge che Vittorio Pisani avrebbe rivelato segreti d'ufficio a Marco Iorio, l'imprenditore "borderline" per i rapporti con il clan Lo Russo. Pisani, secondo la Procura, avrebbe informato Iorio di un'inchiesta sul riciclaggio e il reinvestimento di capitali illeciti, avrebbe consigliato all'imprenditore di spostare all'estero parte del capitale ottenuto e, infine, al fine di riciclare denaro sporco, di programmare la vendita di locali a diversi prestanome. Inoltre Pisani avrebbe messo al corrente Iorio di due esposti anonimi pervenuti in Questura secondo cui, il capo della Mobile avrebbe comprato una casa servendosi del denaro fornitogli dall’imprenditore, forse come "ringraziamento" per le informazioni cedute.
Secondo il Gip, ad inchiodare Pisani ci sarebbero anche diverse intercettazioni con protagonista Iorio.Vi riportiamo il testo dell'intercettazione di una conversazione avvenuta in macchina tra l'imprenditore e la moglie, comparso oggi su Il Secolo XIX. Dal testo, secondo il Gip, si deduce che Pisani aveva fatto sapere a Iorio che erano in atto dei controlli e che, quindi, sarebbe stato meglio evitare di parlare a telefono
Iorio: «Ma poi se abbiamo saputo questo fatto già siamo fortunati che l’abbiamo saputo prima, no»?
Moglie: «Bravo, comunque ti tuteli. Bravo, proprio per tutelarci… Se non lo sapevamo, bello e buono pigliano e vengono… Stavamo ancora sopra all’ufficio, parlavamo dentro ai telefoni… facciamo questo, facciamo quest’altro. Allora l’abbiamo saputo? Mettiamo le carte a posto»…
Iorio: «Vittorio (Pisani, ha specificato il Gip) ha detto: “Metti le carte a posto”! Siamo andati a vedere le carte e comunque ci stanno dei buchi».
Quindi un passaggio sugli esposti anonimi: «Perché quelli hanno fatto un esposto che Vittorio… che io gli ho prestato i soldi a Vittorio per comprarsi una casa… una denuncia anonima».
Al momento, Pisani verrà trasferito e potrà comunque esercitare la professione lontano da Napoli, in attesa che sulla vicenda venga fatta chiarezza. Pisani amava dire che il compito del poliziotto era "camminare nel fango senza sporcarsi", una missione difficile ma che andava condotta senza esitazioni. Quel fango che ha così strenuamente combattuto adesso potrebbe sporcare, a torto o a ragione saranno le indagini a stabilirlo, la sua immagine e la sua reputazione. La reputazione di uno dei poliziotti più stimati d'Italia.