Blitz in Algeria, ci sono ancora ostaggi all’interno del sito
Il blitz delle forze speciali algerine teso a liberare gli ostaggi rapiti dai miliziani jihadisti lo scorso mercoledì si è trasformato ieri in una strage, con decine di vittime sia tra gli ostaggi che tra i sequestratori. A lungo si sono ricorse le notizie, mai ufficiali, e la situazione a oggi appare ancora poco chiara. Un portavoce del commando di rapitori ha riferito all’agenzia ufficiale mauritana Ani che il raid dell’esercito è costato la vita a 35 persone e 15 sequestratori. Alla Reuters fonti dei servizi algerini hanno confermato, invece, la morte di almeno 30 ostaggi (tra cui 2 giapponesi, 2 britannici e un francese) e di 11 militanti. Secondo le fonti, tra le vittime ci sarebbero anche otto algerini mentre la nazionalità degli altri non sarebbe ancora chiara. Da quanto si apprende l’assedio al sito di In Amenas è continuato per tutta la notte e l’impianto appare ancora circondato dalla forze algerine. All’interno vi sarebbero diversi prigionieri. Durante il blitz dell’esercito sono stati liberati almeno 3 ostaggi giapponesi, questa notizia è stata confermata dal governo.
Le reazioni dei governi occidentali – Secondo quanto ha fatto sapere il premier David Cameron, sono molto meno di 30 i cittadini britannici ancora a rischio nel sito in Algeria: “A differenza di quanto si temeva fino a ieri sera, possiamo dire oggi che i britannici a rischio sono molto meno di 30”, così il premier che ha detto di non poter rivelare di più. Intanto, all’indomani della decisione dell’Algeria di attaccare, diversi Paesi occidentali hanno lamentato la mancanza di ogni coordinamento con le autorità locali e di non essere stati avvisati del raid contro i rapitori. Nemmeno gli Stati Uniti erano stati messi al corrente di quanto stava per accadere, il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha infatti affermato di aver chiesto chiarimenti al governo algerino. Leon Panetta, responsabile della Difesa Usa, parlando questa mattina a Londra ha detto che “i terroristi non troveranno riparo in Algeria, in Nord Africa o altrove”. Per quanto riguarda la situazione nel Mali l’operazione della Francia prosegue, nonostante i rapitori jihadisti dell’impianto algerino ne chiedono la fine.