Biotestamento, chi e perché ha affossato una legge di civiltà
Come in una partita di poker, sulla legge sul biotestamento ormai si gioca all-in. La senatrice Emilia De Biasi (Pd), presidente della Commissione sanità ha rimesso ieri il suo mandato da relatrice della legge, come consente il regolamento. Era l'unico modo per mandare il testo in Aula, dopo l'ostruzionismo dei 3mila emendamenti che la De Biasi aveva più volte chiesto di ritirare. Ma la fiducia sulla legge elettorale ha impresso un'accelerazione significativa a questa legislatura, e se è vero che in politica i tempi sono importanti, è apparso subito chiaro che non ci sarebbe stato spazio per discutere gli emendamenti in Commissione. Il provvedimento adesso è passato nelle mani della Conferenza dei Capigruppo del Senato, che dovrà decidere se e quando calendarizzarlo in Aula. Le possibilità si assottigliano sempre di più, visto che la finestra utile si riduce a una manciata di settimane prima di Natale: martedì inizia infatti la sessione per la legge di Bilancio, che impegnerà totalmente l'Aula.
I parlamentari del M5S delle Commissioni Sanità di Camera e Senato attaccano la senatrice: "Il gesto della De Biasi giunge tardivo, lo abbiamo sollecitato a lungo e lo avremmo voluto vedere mesi fa, ora ci auguriamo che il Parlamento non perda altra tempo".
La relatrice della legge rimanda al mittente le critiche: "I 5 Stelle fanno di tutto un volantino, la fase politica è questa, siamo alla pura propaganda. Io sono presidente, non si può fare delle istituzioni carne di porco, dovevo rispettare il lavoro approfondito fatto in Commissione". E spiega perché i tempi tecnici dei lavori in Commissione non le hanno permesso di agire prima: "Abbiamo ricevuto il disegno di legge a maggio dalla Camera dei deputati, non si dica che giace lì da un tempo infinito, come hanno scritto i giornali. Il provvedimento è stato in Commissione 3 mesi, non due anni. C'è stata però da subito una richiesta molto alta di audizioni e di interventi in discussione generale. Ci siamo occupati per un mese di vaccini e poi, dopo la pausa estiva abbiamo ripreso i lavori a settembre". A quel punto la De Biasi ha chiesto il ritiro degli oltre 3mila emendamenti, che di fatto avrebbero bloccato l'iter, visto che fin dalle prime battute era chiaro che l'approvazione sarebbe stata improbabile, dal momento che non si trattava di una fase iniziale della legislatura. "Mancava la volontà di farla, l'ostruzionismo di Ap, Forza Italia e Lega è stato palese. Quando ho chiesto il ritiro degli emendamenti ha risposto positivamente solo la senatrice Bianconi, che ne ha ritirati 300 a settembre. Ma in democrazia ci sono delle procedure da rispettare, non si possono imporre delle regole con un colpo di mano" – ci dice amareggiata la De Biasi al telefono – "Molti emendamenti erano fatti per non farci votare". Al contrario della Camera, poi, per poter votare gli emendamenti la Commissione Sanità necessità dei pareri della Commissione Affari Costituzionali e della Commissione Bilancio, che a poco a poco inviano il "nulla osta" a procedere, per valutare se gli emendamenti sarebbero stati troppo onerosi per lo Stato e se avevano un profilo di costituzionalità: "Abbiamo cominciato a votare ma in una sera abbiamo votato solo 3 emendamenti. Avremmo dovuto votare all'infinito. A quel punto ho deciso di correre il rischio di portare il testo in un dibattito complicatissimo in Aula, invece di condannarlo a una morte certa in Commissione".
La possibilità del cosiddetto "canguro"
La proposta del senatore del M5s Luigi Gaetti era quella di "cangurare" gli emendamenti, cioè quello strumento che consente, una volta respinto un emendamento, di poter respingere insieme quelli che sono uguali nella sostanza, e possono essere raggruppati nella stessa materia. Ma per utilizzare il canguro necessaria l'unanimità della Commissione, che non ci sarebbe stata sicuramente, altrimenti sarebbero stati ritirati prima gli emendamenti. "Ho scritto una lettera a Grasso" – ci spiega la De Biasi – "Ma il presidente del Senato ci ha risposto che una Commissione, se non in rarissimi casi, non utilizza i canguri".
La reazione dell'Associazione Luca Coscioni
In un comunicato l'associazione fa sapere che accoglie positivamente l'iniziativa della senatrice: "Se ci fosse la volontà politica del Partito democratico, i tempi tecnici e i voti per approvare biotestamento e interruzione delle terapie ci sono. Per farlo è necessario smetterla con la melina di queste settimane ed evitare di inventarsi sempre nuove priorità, decidendo invece l’immediata trattazione della legge" – e aggiungono – "Se invece prevarrà, come è stato finora, il rapporto Renzi-Alfano e le logiche di coalizione per le elezioni siciliane e nazionali, allora ogni pretesto procedurale diventerà buono per far aspettare i diritti dei malati per qualche anno ancora".