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Bimbo disabile a causa del vaccino obbligatorio: Ministero della Salute condannato a risarcire

I Tar ha imposto al Ministero della Salute di versare un risarcimento di 500mila euro a una famiglia modenese il cui figlio ha contratto una patologia irreversibile in seguito alla vaccinazione, avvenuta nel 2004.
A cura di Davide Falcioni
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"Cerebropatia cronica con grave ritardo nell’apprendimento, epilessia sintomatica, encefalopatia post natale e deficit visivo". Una diagnosi che mai nessun genitore vorrebbe apprendere per una malattia che, secondo un Tribunale, è stata causata direttamente da un vaccino esavalente. Per questo otto giorni fa una sentenza del Tar ha stabilito che la famiglia del piccolo, che vive nel modenese, ha diritto a un risarcimento di mezzo milione di euro; già nel 2013, infatti, un giudice aveva accertato un nesso di causa-effetto tra la somministrazione del vaccino Infanrix Hexa – avvenuta nel 2004 – e le patologie insorte subito dopo su un neonato di appena tre mesi. I genitori del bambino avevano intentato una causa contro il ministero della Salute nel 2011 e il 20 febbraio scorso la seconda sezione del Tribunale amministrativo regionale ha decretato che il dicastero deve riconoscere, entro 90 giorni, un indennizzo aggiuntivo alla famiglia in base alla legge 229 del 2005, norma che afferma il diritto di ottenere un risarcimento alle persone danneggiate in modo irreversibile da vaccini obbligatori.

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L'avvocato Francesco Terruli, che in questi anni ha tutelato la famiglia del bambino, ha spiegato al Resto del Carlino: "I primi sintomi erano insorti nel piccolo dopo la puntura: parliamo del vaccino esavalente e il tribunale, con sentenza del 2013, vista la consulenza tecnica d’ufficio, ha riconosciuto il nesso di causa tra la somministrazione del vaccino (contro pertosse, tetano, poliomelite, tra le altre) e i deficit. Il Ministero pagò una prima tranche dopo la prima sentenza del Tar a cui ci siamo rivolti proprio perché nulla, ancora, era stato versato nonostante la sentenza passata in giudicato. Poi – dichiara ancora il legale – essendo previsto l’ulteriore indennizzo dalla legge 229 del 2005, abbiamo presentato nel 2017 un’ulteriore domanda per ottenere il risarcimento, appunto anche perché le condizioni dell’adolescente sono gravi. Eppure il Ministero ancora una volta è rimasto in silenzio. Il 20 febbraio il Tar ci ha dato ragione, condannandolo a pagare quelle somme che spettano per legge ai coniugi modenesi e corrisposte come ulteriore danno al minore e a chi presta assistenza".

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