Bersani attacca Renzi: Un giovane non deve scalciare e insultare
Una tre giorni il cui protagonista assoluto è il sindaco di Firenze Matteo Renzi, un'occasione per parlare di giovani, di idee e di futuro, di "dinosauri" politici da mandare a casa. Alla Leopolda sta andando in scena il cosiddetto Big Bang, ma l'esplosione, quella forte, potrebbe esserci proprio all'interno del Partito Democratico.
Ieri Pierluigi Bersani, attuale leader del partito, si trovava a a Napoli alla convention "Finalmente Sud", la scuola di formazione che ha l'obiettivo di creare nuovi giovani dirigenti nel Mezzogiorno. E da lì non ha risparmiato delle pesanti frecciatine al sindaco di Firenze, facendo però attenzione a non pronunciare mai il suo nome: "Non si può dar l'idea che un giovane per andare avanti deve scalciare, deve insultare", "Da soli non si salva il mondo", "Questa distinzione tra giovani e adulti è una stupidaggine di proporzioni cosmiche", " Siamo una squadra, un collettivo", "Non si può mettere vino nuovo in otri vecchie: serve vino nuovo in otri nuove". Messaggi chiarissimi il cui destinatario, ovviamente, era Matteo Renzi.
"Non so a chi si riferisca Bersani, ma io non sono un asino e non scalcio" è stata la replica del sindaco di Firenze che poi è passato al contrattacco: "Se Bersani– ha dichiarato- ci segue via streaming, visto che sfortunatamente quando c'è la Leopolda c'è sempre qualcos'altro, avrà visto interventi più o meno affascinanti, concreti, suggestivi. Non c'è stata polemica né contrapposizione, mi dispiace perché siamo stati meno cattivi del solito. Domani proverò a recuperare un po' il marchio di fabbrica".
Un battibecco, quello tra Bersani e Renzi, che in casa Pd ha acceso una spia rossa. Il timore per l'attuale leader del Partito Democratico è che il sindaco di Firenze possa diventare un pericoloso candidato alla guida della coalizione di centro sinistra alle prossime elezioni politiche. Riguardo quest'eventualità Renzi è stato abbastanza vago, ribadendo di non volersi candidare, ma di voler "candidare idee". Poi ha concluso: "Certo, poi staremo a vedere cosa succede: ancora non conosciamo le regole, se si vota nel 2012 o nel 2013".