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Bersani: 10 milioni di firme per dire “Vai a casa” a Silvio Berlusconi

Il segretario del Partito Democratico annuncia la singolare iniziativa dell’opposizione: a febbraio gazebo per raccogliere 10 milioni di firme per “mandare a casa” il Presidente del Consiglio.
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Dopo la pubblicazione delle ultime intercettazioni sul caso Ruby e il secondo videomessaggio di Berlusconi agli italiani, passa al contrattacco il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani. Per farlo sceglie gli studi di repubblica Tv, nei quali fa il punto della situazione politica, non esimendosi dal rilasciare giudizi durissimi sulle vicende giudiziare del Cavaliere, che hanno costretto l'opinione pubblica a ragionare di festini e Bunga Bunga, invece che dei reali problemi del Paese.

Ma soprattutto Bersani lancia la prossima iniziativa del Partito Democratico:

A febbraio raccoglieremo firme in diecimila gazebo, in tutta Italia. Ne avremo 10 milioni, sono tanti quelli che non ne possono più. Con i camion quelle quelle firme le porteremo a Palazzo Chigi, per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio […] Noi Pd lanciamo un'iniziativa per dare voce a tutti gli italiani indignati che non possono sopportare questa cosa qua. Dal primo di febbraio organizzeremo 10mila gazebo per raccogliere 10 milioni di firme su un testo che dica semplicemente: Vai a casa! […] Se beviamo anche questa tutto il mondo ci chiederà come facciamo a sopportare anche questa, che e' una cosa inaccettabile. Io non ci sto mica, io non mi sento mica un italiano fatto nel modo in cui i giornali stranieri hanno cominciato a descriverci. Parlano degli italiani come una ‘razza cosi", ‘gente fatta cosi" e che per questo sopporta Berlusconi. Chi ha fatto entrare l'Italia nella zona euro era gente perbene. E io mi sento cosi'. E se l'Italia non reagisce a questa cosa, andiamo incontro a un problema molto serio".

Una idea che ha trovato l'apprezzamento della "base militante" del Partito Democratico, che spesso rimprovera ai vertici una sorta di mancanza di determinazione nell'opporsi alla "capacità di Berlusconi di dettare sempre i tempi dell'agenda politica". del resto il Pd sta attraversando una complicata crisi interna, aggravata nelle ultime settiamane dall'incapacità di arrivare ad una linea comune sul referendum sul "contratto di Mirafiori", sfociata in una tormentata Direzione Nazionale.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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