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Berlusconi torna in campagna elettorale: “Combatterò contro i comunisti”

L’ex premier riappare in pubblico dopo le dimissioni, indicando Angelino Alfano come suo successore. Continuano gli attacchi all’opposizione: “Non hanno maturato valori democratici”. Nessun accenno al governo Monti, solo una critica sulla tracciabilità dei pagamenti: “L’Italia diventerebbe uno Stato di Polizia Tributaria”.
A cura di Enrico Nocera
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"Torno in campo per difendere la libertà"

Il discorso che Berlusconi ha tenuto quest'oggi a Verona

Silvio Berlusconi torna a parlare in pubblico. L’ex premier sale sul palco di una manifestazione del Pdl a Verona, dove consegna ad Angelino Alfano la palma di successore: “Per il nostro futuro e per la vittoria che dobbiamo nuovamente conseguire siamo in ottime mani”, annuncia Berlusconi indicando l’ex Guardasigili, attuale segretario del partito. Il Cavaliere non ha però alcuna intenzione di farsi da parte. Tutt’altro: i toni sono quelli di un capopartito in piena campagna elettorale: “Abbiamo il dovere di continuare a combattere per diffonderci capillarmente in tutta Italia – promette – per creare un contatto quotidiano con tutti gli italiani attraverso internet”.

Consiglio Nazionale del Pdl

“I nostri valori sono quelli che fanno bene al Paese”. Il discorso continua seguendo il consolidato percorso che Berlusconi riserva alle sue esternazioni in pubblico da diciassette anni a questa parte. Il nemico da abbattere è sempre quella Sinistra dove “non c’è stata una maturazione democratica. Cosa che abbiamo constatato quotidianamente attraverso le loro decisioni, i loro giornali, le dichiarazioni dei loro uomini in televisione”. La conclusione è pressoché inevitabile: “Non vogliamo che l’Italia cada in mano a quei signori che erano e sono rimasti, nel loro profondo, comunisti!”

Il Popolo della Libertà continuerà quindi a svolgere il suo mandato, con Berlusconi che si propone come “padre nobile” del centrodestra italiano. Nessun accenno al neonato governo Monti. Gli strali di Berlusconi si abbattono, però, su una delle norme che l’esecutivo sta pensando di varare: la tracciabilità dei pagamenti, con esborsi in contanti resi possibili solo fino a una certa cifra, non superiore ai 300-350 euro: “E’ insito il pericolo reale di uno Stato di Polizia Tributaria – proclama il Cavaliere ricevendo l’applauso del pubblico – che è esattamente il contrario di uno Stato dove noi vogliamo continuare a vivere”. Il discorso si chiude con una nuova rassicurazione agli elettori di centrodestra: “Continuerò a lavorare per garantire a ciascuno di noi un futuro di libertà e di prosperità”.

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