Berlusconi: “Pronto a candidarmi a premier nel 2019. Se vince M5S? Non vado via dall’Italia”
A meno di una settimana dalle elezioni politiche di domenica 4 marzo, Silvio Berlusconi non ha ancora rivelato chi sarà il candidato presidente del Consiglio di Frza Italia, ma ha dichiarato proprio questa mattina di sentirsi pronto a candidarsi lui stesso a premier nel 2019, ovvero nell'anno in cui terminerà l'interdizione dai pubblici uffici intervenuta nel 2013 come pena accessoria alla condanna per frode fiscale: "Sono a disposizione", ha detto Silvio Berlusconi al Forum Live Facebook di Ansa rispondendo a una domanda relativa a una sua ipotetica candidatura alla presidenza del consiglio nel caso l'Italia dovesse tornare al voto nel giro di pochi mesi. In un'intervista concessa al settimanale Chi, Berlusconi ha a lungo parlato del suo programma elettorale puntando l'attenzione su giovani e pensionati: "La priorità assoluta è il lavoro. Sono più di 3 milioni i ragazzi che non studiano e hanno praticamente rinunciato a cercare un’occupazione. È un dramma sociale. Dobbiamo restituire un futuro e una speranza a un’intera generazione di giovani, che li stanno perdendo per colpa degli errori di una vecchia politica".
Proseguendo, Berlusconi, ha sottolineato: "I giovani sono preoccupati dalla mancanza di lavoro e gli anziani dalle pensioni troppo basse. Osservo, però, che tutti si dichiarano molto contenti di quei provvedimenti che assumeremo immediatamente una volta al governo. Per esempio, faremo ripartire la crescita grazie alla flat-tax, che significa meno tasse per tutti e nessuna tassa per i ceti più deboli, garantiremo agli anziani una vecchiaia serena portando le pensioni minime a 1.000 euro per tutti, anche per le casalinghe e per le nostre mamme, che si sono sacrificate per tutta la vita. Inoltre garantiremo un reddito di dignità a chi vive sotto la soglia di povertà; favoriremo in ogni modo le aziende che assumono i giovani con un contratto stabile eliminando ogni tassa e contributo per i primi sei anni. Faremo restare in Italia solo chi ha diritto di starci: oggi sono 600 mila clandestini che vivono ai margini della legge nel nostro Paese, un rischio per la sicurezza di tutti noi. Infine, investiremo grandi risorse nel Mezzogiorno per creare infrastrutture e quindi occupazione".
E nel caso alle prossime elezioni vincesse il Movimento 5 Stelle? A questa domanda, il leader di Forza Italia ha spiegato: "Avevo detto scherzando che avrei lasciato l’Italia. In realtà a lasciare l’Italia sarebbero i capitali, gli investimenti, le imprese e i posti di lavoro". Su Renzi, invece, il giudizio è lapidario: "Renzi ha un merito, quello di aver tagliato il cordone ombelicale con il passato comunista del suo partito. Ma per il resto non ci sono valori, comportamenti e progetti comuni. Noi siamo un movimento liberale fondato sui valori cristiani. Il Pd è diventato invece una scatola vuota, senza anima, senza idealità e senza progetto".