Berlusconi intervistato dal Tg1: nessuna domanda su Ruby
Nella giornata di ieri, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha rilasciato un'intervista al Tg1, intervista che ha trattato essenzialmente di economia. Berlusconi ha parlato di un piano per il Sud, basato su una fiscalità di vantaggio, ma, in particolare, si è soffermato sul problema della crescita e sulla necessità di una "rivoluzione liberale" che permetta alle imprese di uscire da un medioevo burocratico:
Per tornare a crescere l'economia ha bisogno di una scossa. Per questo – ha affermato il Presidente – noi abbiamo predisposto un piano per la crescita che dovrebbe dare una grande scossa all'economia, forse una delle più forti della storia italiana. L'obiettivo è di arrivare a un incremento del Pil del 3%, magari anche del 4% nel giro di 5 anni. Porteremo in Consiglio dei Ministri la modifica dell'art. 41 della costituzione, vale a dire sarà lecito intraprendere e fare tutto quello che non è espressamente vietato dalla legge, senza essere costretti a chiedere prima un'infinità di autorizzazioni come funziona ora.
L'intervista, come vi abbiamo già detto, s'è soffermata esclusivamente sull'economia. Nessuna domanda sul caso Ruby e sulle serate bunga bunga che si tenevano ad Arcore. Un riferimento, però, ci tiene a farlo lo stesso Berlusconi: "Nonostante gli attacchi inauditi contro di me, resto sereno e assicuro agli italiani che continueremo a lavorare per garantire soprattutto ai giovani una prospettiva di libertà e benessere".
Nel corso dell'intervista, Berlusconi non ha lesinato critiche ai suoi avversati politici. Dietro queste critiche, potrebbe forse nascondersi la paura di dover affrontare a breve delle nuove elezioni (importantissima sarà oggi il voto in commissione per il federalismo fiscale). Il Presidente ha dichiarato:
Il nostro problema principale è il debito pubblico enorme che abbiamo ereditato dai governi del passato. Questo debito è stato moltiplicato 8 volte dal 1980 al 1992 dalle vecchie forze politiche con i comunisti in primo piano. Negli anni del cosiddetto consociativismo si è prodotto questo fenomeno negativo. E adesso queste vecchie forze si stanno ancora coalizzando e hanno in mente una sola idea, sempre la stessa: tassare gli italiani. E questa volta lo vogliono fare con una gigantesca imposta patrimoniale sugli immobili, che rappresentano la ricchezza dell'85% delle famiglie italiane. Se ciò avvenisse si tratterebbe di un gigantesco esproprio. Noi non consentiremo che ciò avvenga.