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Berlusconi (forse) ci ripensa: “Se Monti si candida faccio un passo indietro”

Silvio Berlusconi, alla presentazione del libro di Bruno Vespa, ipotizza l’ennesimo dietrofront: “Se Monti si candidasse a fare il leader farei il passo indietro”. Forse.
A cura di Redazione
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Ennesimo giro di valzer fra i leader della politica italiana. Dopo gli annunci odierni di Bersani e Vendola ("faremo le primarie per i parlamentari), dopo il mezzo palso falso di Beppe Grillo (cui sfugge un comma della legge per le candidature che dimezza il numero di firme necessarie in caso di elezioni anticipate), dopo le parole di Mario Monti, ecco che arrivano anche le dichiarazioni di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, fresco di "investitura" di leader del centrodestra alle elezioni, spiazza tutti, intervenendo alla presentazione del libro di Bruno Vespa.

Se Monti si candidasse a fare il leader farei il passo indietro. Non credo che gli convenga, ma se volesse fare il leader di un rassemblement dei moderati io mi occuperei del mio partito. […] Non credo che Monti accetti di diventare uomo di parte o di partito ma se decidesse di aderire a questa richiesta vi aderirebbe tutto schieramento moderato. Anche io glielo proposi, Monti mi disse che non era suo intendimento.

Insomma, anche se il Cavaliere precisa che si tratta semplicemente di un "ragionamento", ancora una volta siamo di fronte ad un "passo di lato", che certamente non contribuisce a fare chiarezza in un momento delicatissimo della politica italiana. Anche perché successivamente il Cavaliere si lascia andare ad una considerazione estremamente discutibile, almeno leggendo gli ultimi dati a disposizione: "Nel 2008 avevamo il 37,4 per cento dei voti. Dopo la fondazione del Pdl arrivammo al 42 per cento. Da focus fatti al nord, al centro, e al sud risulterebbe oggi che praticamente nessuno di quegli elettori che allora ci diedero fiducia sarebbero non disposti oggi a votarci". A stretto giro di boa, durante la trasmissione GrParlamento della Rai, arriva l'analisi di Nicola Piepoli, che invece conferma: "Senz'altro le elezioni tende a vincerle il Partito Democratico a meno che Berlusconi non abbia una delle sue magiche trovate che all'ultimo minuto rovesci le carte in tavola".

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