Berlusconi: “Ecco i documenti americani che mi scagionano”
Il Cavaliere non ci sta e, a due giorni dal voto del Senato che dovrebbe sancire la sua decadenza dalla carica parlamentare, convoca una conferenza stampa per diffondere i documenti che gli consentiranno di rivolgersi alla Corte di Appello di Brescia per ottenere la revisione del processo Mediaset (in cui è stato condannato in via definitiva per frode fiscale). Silvio Berlusconi comincia con il ricordare che "nel mio caso è stata violata sia la Costituzione che addirittura lo Statuto Albertino, in particolare per quel che riguarda il voto palese su casi che riguardano le persone". Poi l'annuncio: "Siamo in grado di produrvi dodici testimonianze, sette completamente nuove, che mi scagionano completamente".
Da qui la lunga ricostruzione della vicenda, con la lettura delle testimonianze, a cominciare da quella del membro del board dell'Agrama Group, che ricorda l'assenza "di relazioni dirette con Silvio Berlusconi" e disegna un'intricata rete di relazioni per l'acquisto dei diritti tv. La testimonianza, in forma di affidavit formalizzato in data 20 novembre 2013 in California, chiama in causa due dei "burattinai", Gordon e Agrama, che avrebbero messo in atto uno schema per guadagnare "milioni di dollari" che si basava sul fatto che ognuno dei due "fingeva" di essere il referente di Paramount e Mediaset. E dalla ricostruzione risulta che: "Berlusconi non ha mai visitato la sede dell'Agrama Group, né risulta alcuna forma di comunicazione scritta e telefonica tra Berlusconi, Agrama e Gordon, né infine i due faccendieri hanno mai fatto riferimento a lui". Infine la chiusura della manager Usa: "Non risultano né bonifici né altri pagamenti direttamente riconducibili o per conto di Berlusconi, dunque non è ipotizzabile una sua partecipazione diretta nella vicenda".
Tali dichiarazioni, secondo il Cavaliere, "unitamente alle altre 11, smentiscono in modo totale le motivazioni della sentenza di condanna ed in particolare il fatto che io sia stato socio occulto di Frank Agrama". "Al di là della furia di attaccare me su tutti i fronti", continua il Cavaliere, "resta il fatto che io ho subito lo stesso processo per ben tre volte". Poi il Cavaliere legge una lettera indirizzata ai senatori del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, per chiedere un segnale nel voto di mercoledì sulla sua decadenza. In particolare, il Cavaliere si rivolge ai senatori del Pd, ricordando che la scelta di governare assieme presuppone che avvenga una "vera pacificazione, senza la quale è impossibile che il Paese si avvi ad una normalizzazione" della vita democratica. Ai grillini Berlusconi si appella affinché "esercitiate le vostre ragioni nel rispetto degli avversari politici". L'invito insomma è quello di "riflettere e valutare attentamente le nuove prove" (anche i 15mila arrivati da Hong Kong e in attesa di quelli da Svizzera e Irlanda), proprio perché vi è la necessità "incontrovertibile di rimandare il voto al Senato sulla mia decadenza".
"In caso contrario vi assumerete la grave responsabilità di far decadere un leader che ha rappresentato per anni l'Italia sulla scena politica: riflettete dunque prima di prendere una decisione così grave, non lasciate che le convenienze politiche prendano il sopravvento sulla verità e sulla giustizia". Nel corso della conferenza stampa, poi il Cavaliere ricorda: "Mi ero già ritirato, per dedicarmi alla costruzione di ospedali per bambini in tutto il mondo e al rafforzamento dell'Università per le Libertà di Milano".