Berlusconi annuncia la riforma costituzionale: più poteri al Presidente del Consiglio e parlamentari dimezzati
Il prossimo 4 settembre verrà varato il disegno di legge che riformerà l'architettura dello Stato. La promessa arriva al termine dell'odierno Consiglio dei Ministri (cui misteriosamente non ha partecipato Bossi) e a farla è Silvio Berlusconi. Il Presidente del Consiglio ha dichiarato in conferenza stampa che "il Consiglio dei ministri ha approvato, salvo intese, la riforma dell'architettura istituzionale e della nostra Costituzione", il cui varo è atteso nei primi giorni di settembre.
Alla riforma, però, bisognerà ancora lavorare molto. Quel "salvo intese", come sanno bene gli addetti ai lavori, è infatti sinonimo di tavoli tecnici e approfondimenti con ministri, capigruppo parlamentari e consulenti esterni. Ma la volontà di portare a casa il provvedimento non manca di certo. Per Berlusconi è necessario "un ammodernamento del nostro sistema che lo renda in grado di competere con gli altri sistemi europei"; per questo motivo verranno riviste e modificate alcune modalità che regolano il funzionamento delle istituzioni.
I CONTENUTI DELLA RIFORMA- La bozza che ha in mente Berlusconi conferirà più poteri al Presidente del Consiglio che, tra l'altro, potrà anche sciogliere le Camere (prerogativa che oggi ha solamente il Presidente della Repubblica). Previsti inoltre il dimezzamento del numero dei parlamentari e dei consigli regionali e provinciali, il Senato federale, un iter legislativo più snello che consentirà di approvare leggi grazie all'ok di una sola Camera. Novità anche per quanto riguarda gli ex Presidenti della Repubblica che, salvo rinuncia, diverranno "deputati a vita" invece che "senatori a vita" come avviene oggi. Le funzioni del Presidente della Repubblica, qualora questi non possa adempierle" saranno esercitate dal Presidente della Camera dei deputati e non più dal Presidente del Senato. Verrà poi ridotta l'età per esercitare il voto attivo e per essere eletti: a 18 anni si potrà votare per entrambe le Camere, mentre saranno necessari a 25 anni per essere eletti sia a Montecitorio che a Palazzo Madama.