Beppe Grillo: “Farage non è razzista, M5S non cambierà programma”
Dopo le polemiche di questi giorni, seguite al mezzo flop delle elezioni europee 2014, Beppe Grillo sceglie il britannico The Telegraph per spiegare i motivi che lo hanno portato ad incontrare Nigel Farage, il leader dell'Ukip (che ha invece trionfato alla elezioni europee in Gran Bretagna, collocandosi al primo posto con il 27,5% dei consensi), e ad ipotizzare un'alleanza organica nel Parlamento Europeo. Premettendo che "noi non cambieremo il nostro programma, non cambieremo le nostre idee", il capo politico del Movimento 5 Stelle ha insistito su una considerazione basilare: "Con 17 parlamentari, se formi un gruppo autonomo, sei tagliato fuori". Dunque è necessario guardarsi attorno, per evitare il rischio dell'isolazionismo a Bruxelles / Strasburgo e l'incontro con Farage si inserisce in questo ragionamento: "Se parliamo di concetti come quello della democrazia diretta allora abbiamo qualcosa in comune".
Quanto al leader indipendentista, Grillo mostra di averne apprezzato le qualità umane e politiche: "Ha senso dello humor e dell'ironia; non è come viene descritto, così come io non sono il fascista e il nazista descritto dai giornali italiani". In particolare, spiega Grillo, "Farage non è un razzista e ha finanche scelto di non allearsi con la Lega Nord. Lui vuole controllare i flussi migratori in Europa così come lo vogliamo noi". Insomma, porte aperte rispetto all'ipotesi di un gruppo comune "con libertà di scelta sui temi", così come spiegavano i dirigenti dell'Ukip nel riferire dell'incontro fra i due leader politici. Vedremo se questo intervento di Grillo smorzerà le polemiche, peraltro rinfocolate da alcuni esponenti di primo piano del Movimento 5 Stelle, "preoccupati" rispetto all'alleanza con un partito che in ogni caso nasce come costola della destra ultraconservatrice britannica.