Ben Ali è morto, in Libia è caccia ai sostenitori di Gheddafi e l’Algeria esplode in protesta
Il dittatore Zine al-Abidine Ben Ali sarebbe morto, secondo quanto riportato dalle fonti della emittente televisiva francese France 2. Il decesso dell'ex-presidente che ha scatenato gli scontri in Tunisia che hanno innescato la scintilla della rivolta nel mondo arabo sarebbe deceduto dopo essere entrato in coma a causa di un ictus cerebrale. Ben Ali è stato deposto dal potere dopo 23 anni di regno incontrastato ed è spirato dopo due giorni di coma, curiosamente lo stesso destino è toccato anche all'altro dittatore nord-africano Hosni Mubarak, di cui non si conoscono ancora le sorti. La notizia della fine di Ben Ali viene rilanciata da tutte le televisioni arabe, ma le fonti del governo tunisino non hanno ancora confermato ufficialmente.
Lo scorso 16 febbraio, Ben Ali sarebbe stato colpito da ictus dopo essere fuggito in Arabia Saudita quando la ribellione in Tunisia si era fatta incandescente. Il primo portale Internet a parlare del coma di Ben Ali è stato il sito web tunisino “Wediaz”. La notizia della morte del “tiranno” ha fatto il giro del mondo arabo, scatenando una nuova rivolta in Libia e duri scontri in Algeria, dove la polizia spara sui manifestanti per uccidere.
Particolarmente drammatica la situazione in Algeria, dove duecento persone stanno sfidando le forze di polizia schierate al centro di Algeri per sopprimere la protesta. Il Cncd (Coordinamento nazionale per il cambiamento e la democrazia) ha indetto una nuova manifestazione, dopo che sabato scorso la polizia in assetto antisommossa avevano disperso i dimostranti. Piazza 1 maggio è presidiata dalle forze dell'ordine e totalmente chiusa da blindati e barriere metalliche. È dal 2001 che manifestare è vietato per legge in Algeria. Sontri e proteste anche in Yemen, dove i manifestanti danno alle fiamme edifici governative. In Libia, alcuni sostenitori di Gheddafi sono asserragliati in un albergo presidiato dai manifestanti intenzionati a ucciderli.