Belsito riconsegna diamanti e lingotti
11 lingotti, 11 diamanti e un Audi A6. Non è il bottino dell'ultimo colpo messo a segno da qualche furfante in giro per il Paese, ma quanto ha consegnato Francesco Belsito, l'ex tesoriere della Lega Nord alla Guardia di Finanza di Milano. Dagli accertamenti effettuati dalla procura milanese che, insieme a quelle di Napoli e Reggio Calabaria indaga sullo scandalo che scuote la Lega Nord, è emerso che i preziosi erano stati acquistati nel dicembre 2011 col danaro sottratto dai rimborsi elettorali del Carroccio. Secondo le carte dei pm, i diamanti – il cui valore ammonta a 400 mila euro- sarebbero stati spartiti tra Piergiorgio Stiffoni, già membro del comitato amministrativo del Carroccio, e Rosi Mauro, vicepresidente del Senato. Gli undici lingotti dal peso complessivo di 5 kg e dal valore di 200 mila euro, invece, tutti a Belsito.
L'Audi A6 è quella utilizzata da Renzo Bossi, figlio del Senatùr. Così parlava qualche giorno Nadia Dagrada, segretaria del Carroccio, davanti ai magistrati: «Mi risulta che con i soldi pubblici sia stata comprata l'auto Audi A6 acquistata a Renzo Bossi e poi passata a Belsito». Audi A6 con la quale il Trota aveva collezionato tutta una serie di multe in varie zone di Italia, poi pagate coi soldi dei finanziamenti pubblici, come si evince dalla cartellina segreta "The Family" contenuta nella cassaforte di Belsito ed ora nelle mani dei pm.
Secondo alcune indiscrezioni, questa restituzione potrebbe rappresentare una sorta di attenuante per l'accusa di appropriazione indebita che (insieme a quelle di truffa ai danno dello Stato e riciclaggio) vede imputato Belsito. Va però detto che diamanti e lingotti non erano mai stati trovati dagli uomini dei carabinieri dei Nucleo operativo ecologico e dalla Guardia di Finanza nel corso delle varie perquisizioni fatte, oltre che in Via Bellerio, anche nella casa genovese dello stesso esponente leghista (ora espulso). Ad ogni modo, dai calcoli fatti dagli inquirenti, sulla base dei documenti bancari acquisiti, ci sarebbero ancora 200mila euro in diamanti da consegnare. In tal senso, l'ipotesi dell'accusa è che Rosi Mauro e Stiffoni debbano ancora restituire la loro parte.