Belgio, le prime parole di Salah Abdeslam dopo l’arresto: “Sono contento”
UPDATE – Secondo i quotidiani belgi le prime parole dette da Salah Abdeslam dopo l'arresto sarebbero state: "Sono contento, non ne potevo più". A darne conferma è stato anche il suo avvocato, che ha dichiarato che in effetti il terrorista è apparso "sollevato" che sia finita la caccia all'uomo.
L'arresto venerdì di Salah Abdeslam, il leader del commando che ha organizzato l'attentato terroristico dello scorso 13 novembre a Parigi, non ha fatto abbassare la guardia alla polizia belga che questa mattina ha identificato un altro presunto terrorista in fuga finora celato dietro l’identità di Soufiane Kayal. Si tratta di Najim Laachraoui, uomo per il quale è stato emesso un mandato di cattura. Nato il 18 maggio 1991 l'uomo era partito per la Siria a febbraio 2013, stando a quanto reso noto dalla procura. Era insieme a Salah, in una Mercedes in affitto, quando entrambi furono fermati il 9 settembre 2015 alla frontiera tra Ungheria e Austria insieme a Mohammed Belkaid, l’uomo ucciso nel blitz della polizia a Forest martedì scorso.
Intanto il ministro degli esteri belga, Didier Reynders, ha spiegato di fronte agli esperti di Sicurezza riuniti per un Forum del German Marshall Fund che Salah Abdeslam, l'unico sopravvissuto del commando parigino del 13 novembre, ha confessato "di essere stato pronto a riorganizzare qualcosa da Bruxelles". L'uomo, dunque, avrebbe probabilmente tentato di colpire ancora nel cuore dell'Europa. Sarebbe stata con ogni probabilità una nuova strage di "infedeli", un tragico bis di quanto accaduto al teatro Bataclan. "Abbiamo trovato molte armi pesanti e riscontrato l’esistenza di una nuova rete di persone attorno a lui", ha precisato Reynders.
Nel frattempo Salah continua ad essere detenuto nella sezione di massima sicurezza del carcere di Bruges, in una cella isolata da quelle degli altri detenuti, in attesa del prossimo interrogatorio previsto per mercoledì. Per il momento, il terrorista non ha nessuna intenzione di collaborare con la giustizia francese, dichiarandosi intenzionato a opporsi all’estradizione chiesta da Parigi in cambio di collaborazione con gli inquirenti belgi..