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Batterio killer del cuore: il Veneto allerta 10mila pazienti operati negli ultimi 7 anni

Quasi 10mila pazienti operati nei reparti cardiochirurgici del Veneto “potenzialmente interessati” da quello che è stato definito il batterio killer presente in uno strumento per cardiochirurgia malfunzionante verranno contattati per verificare eventuali esami clinici approfonditi.
A cura di Davide Falcioni
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Quasi 10mila pazienti operati nei reparti cardiochirurgici del Veneto "potenzialmente interessati" da quello che è stato definito il batterio killer presente in uno strumento per cardiochirurgia malfunzionante verranno contattati per verificare eventuali esami clinici approfonditi. A deciderlo oggi a Padova il gruppo tecnico della Regione Veneto "per la prevenzione e la gestione delle infezioni in soggetti sottoposti a intervento cardiochirurgico" in merito alla vicenda del Mycobacterium chimaera, il  cosiddetto "batterio killer" contenuto nei macchinari dell’azienda LivaNova che ha provocato 18 casi di infezione con 8 morti.

Migliaia di pazienti riceveranno una scheda informativa contenente le informazioni sui sintomi e l’indicazione dei numeri di telefono da contattare per ogni evenienza e per gli eventuali approfondimenti clinici necessari.  In una nota i tecnici della regione sottolineano anche che "i macchinari presenti nelle cardiochirurgie di tutti gli ospedali veneti sono già stati messi in sicurezza e, in alcuni casi, sostituiti" e che "la Regione Veneto si sta tutelando nei confronti della Ditta produttrice", poiché il Mycobacterium chimaera "sembra essersi annidato già nel sito di produzione del dispositivi, quindi antecedentemente all’installazione in sala operatoria". La Regione Veneto, in caso di provvedimenti giudiziari, ha annunciato che chiederà di essere ammessa come parte civile.

Cos'è il batterio killer Mycobacterium chimaera

Il Mycobacterium Chimaera è un batterio diffuso in natura e generalmente innocuo per la salute umana. Rari casi  di infezione da Mycobacterium chimaera sono stati riscontrati in Europa e negli USA. La diffusione è avviene tramite l’utilizzo di dispositivi di raffreddamento/riscaldamento necessari a regolare la temperatura sanguigna durante interventi chirurgici al cuore in circolazione extra corporea. Ad essere interessati alla possibile trasmissione del batterio sono i pazienti che si sono sottoposti ad interventi di chirurgia cardiaca con l’utilizzo di questi dispositivi dal 1 gennaio 2010 al 31 dicembre 2017 in Veneto.

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