Barack Obama è rieletto presidente degli Stati Uniti d’America
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— Barack Obama (@BarackObama) Novembre 7, 2012
Obama è rieletto presidente degli Stati Uniti d'America. Batte il candidato repubblicano Mitt Romney che nonostante la sconfitta, conquista più voti popolari del presidente uscente e rieletto. Barack Obama. Secondo i calcoli preliminari della Cnn, Romney ha ottenuto il 51% del voto popolare a fronte del 48% di Obama. Inizia la festa al quartier generale dei democratici sulla 41esima Strada, a due passi da Times Square.. Urlano una frase sola: "four more years", altri quattro anni. Nel quartier generale di Mitt Romney a Boston atmosfera di sconforto. Mitt Romney non è però ancora pronto a concedere la vittoria, riferisce la Cnn, citando un collaboratore del repubblicano.
L'inno americano viene solitamente utilizzato per aprire un evento. Alle 4.51 ora italiana, arrivano le immagini di una ragazza di colore che accenna proprio le note dell'inno. Ci troviamo al quartier generale democratico di Chicago, tutti ancora scaramantici, ci si dispensa dal manifestare palesemente entusiasmo, ma la fibrillazione serpeggia. Poi si viene a sapere che Obama si stia muovendo da casa sua, presumibilmente per dirigersi lì dove pronuncerà il discorso per la sua rielezione a presidente degli Stati Uniti d'America. L'incertezza ha regnato sino all'istante direttamente antecedente all'inizio delle elezioni, i sondaggi e le previsioni atipicamente altalenanti, forse per dare brio ad un contenzioso elettorale che qualche mese non sembrava avere grossa storia.
I dati dicono che la vittoria di Barack Obama è stata più netta di quanto si prevedesse. No di certo il predominio di quattro anni fa, non l'entusiasmo che vide il riconoscimento dell'allora avversario, Mc Cain, che ammettendo la sconfitta affermò dell'effetto culturalmente rivoluzionario cui l'elezione di Obama avrebbe contribuito. La vittoria, a questo giro, è stata fisiologicamente di entità meno epocale della precedente. Ma a seguire la lunga maratona notturna, si è difficilmente percepito quel pericolo che il primo presidente nero d'America non venisse confermato.
Gli stati che erano democratici sono rimasti tali, quelli che avrebbero garantito la superiorità numerica necessaria, sono stati in dubbio solo a tratti. Lo stato dell'Ohio era stato fissato nell'immaginario collettivo come quello che avrebbe fatto da ago della bilancia tra i due. Non ce n'è stato un gran bisogno, in realtà. Poiché quella Florida, che il democratico aveva conquistato quattro anni fa con gran clamore, essendo roccaforte repubblicana, e che si preventivava sarebbe probabilmente tornato in mani "rosse", dopo un testa a testa durato tutta la notte e giocato sul filo di lana, è finito nelle mani di Obama per una manciata di voti. In sostanza, non c'è mai stata partita. L'Empire State Building è colorato di blu.