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Banca Etruria, l’ex ad di Unicredit: “Boschi mi chiese di valutare l’acquisizione”

In commissione Banche, l’ex ad di Unicredit conferma l’indiscrezione diffusa nel maggio scorso da Ferruccio De Bortoli: “Boschi mi chiese di valutare un’acquisizione di Banca Etruria da parte di Unicredit. L’acquisizione non andò in portò e nel gennaio 2015 Marco Carrai – braccio destro di Renzi – mi sollecitò a fornire una risposta, che arrivò alla fine del mese”.
A cura di Charlotte Matteini
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L'ex ad di Unicredit, tirato in ballo lo scorso maggio nell'ambito di un retroscena diffuso dall'ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, conferma in commissione d'inchiesta sulle Banche l'interessamento dell'allora ministro delle riforme costituzionali, Maria Elena Boschi, in relazione alla situazione di Banca Etruria, l'istituto di credito aretino di cui il padre Pier Luigi era stato prima consigliere d'amministrazione e poi vicepresidente. Così, dopo mesi di illazioni e difese a oltranza, Federico Ghizzoni racconta che Boschi nel dicembre 2014 gli domandò, senza fare pressioni, di valutare una ipotetica acquisizione di Banca Etruria, acquisizione che proprio in quei mesi era in valutazione da parte degli uffici preposti di Unicredit, che un mese dopo diedero risposta negativa.

Nel corso dell'audizione in commissione d'inchiesta, Ghizzoni rivela inoltre un particolare inedito piuttosto serio: un mese dopo l'incontro con l'allora ministro Boschi, l'ex ad di Unicredit ricevette – non si sa a che titolo – una mail di sollecito da parte di Marco Carrai, amico fraterno nonché fedelissimo di Matteo Renzi, nella quale si richiedeva una risposta in merito alla potenziale acquisizione dell'istituto aretino da parte di Unicredit.

"La ministra Maria Elena Boschi, nel dicembre 2014, mi chiese se Unicredit era in grado di acquisire Banca Etruria, che era in forte difficoltà. Risposi che per acquisizioni non ero grado di dare risposta positiva o negativa ma che avevamo già avuto contatto con la banca e che avremmo dato risposta. Cosa su cui il ministro convenne. Fu un colloquio cordiale e non avverti pressioni da parte del ministro", riferisce Ghizzoni ai commissari. "Da parte sua non c'era tanto la preoccupazione sulle situazione delle banche toscane, ma cosa questo avrebbe comportato in termini negativi di impatto sul territorio. Era preoccupata dell'impatto negativo su famiglie e piccole imprese".

"Mi arrivò il 13 gennaio 2015 una mail da Marco Carrai che recitava: ‘Mi è stato chiesto su Etruria di sollecitarti per dare una risposta”. Mi venne da pensare a chi potesse aver chiesto questo sollecito, esclusi la banca perché avevamo un rapporto aperto. Decisi di non chiedere alcun chiarimento, per non aprire canali di comunicazione. Risposi ‘Ok, stiamo lavorando, quando avremo finito la nostra analisi contatteremo la banca e daremo la nostra risposta'. La risposta alla banca l’abbiamo data il 29 gennaio 2015″. Risposta negativa, in quanto la situazione della banca aretina era ormai troppo compromessa.

A stretto giro, Boschi ha replicato a Ghizzoni via Twitter: "Confermo relazione iniziale di Ghizzoni. Non ho fatto alcuna pressione. E non ho chiesto io di acquisire Banca, ma Mediobanca e Bpel. Io ho solo chiesto informazioni. Adesso la parola al tribunale". 

Proprio poche settimane fa, a distanza di mesi dalla diffusione del retroscena – oggi confermato – da parte di De Bortoli, Boschi ha deciso di fare causa in sede civile all'ex direttore del Corriere della Sera. Nella sua difesa, il sottosegretario Boschi ha dapprima smentito il retroscena di De Bortoli, per poi cambiare versione dopo le ammissioni in commissione del presidente di Consob Giuseppe Vegas. Boschi, infatti, sebbene avesse sempre dichiarato di non aver mai chiesto a nessuno di acquisire Banca Etruria, ha poi ammesso di aver parlato della situazione della banca aretina con vari personaggi del mondo bancario e finanziario, senza però mai fare pressioni. Tutti gli attori in gioco hanno confermato l'inesistenza di pressioni indebite di cui però, a onor del vero, nemmeno De Bortoli parò mai.

L'ex direttore del Corriere della Sera, nel suo libro ‘Poteri Forti', infatti scrisse: "L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere”. Della parola pressioni nemmeno l'ombra.

La replica di De Bortoli

"Ringrazio Federico Ghizzoni per aver confermato la richiesta dell’allora ministra Maria Elena Boschi di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. Prima dell’uscita del mio libro, nel quale non si parla mai di pressioni, non si sapeva che Unicredit avesse trattato l’acquisizione di Etruria, né che sull’argomento fosse intervenuta Maria Elena Boschi, nei modi e nei tempi che Federico Ghizzoni ha precisato. Era giusto che l’opinione pubblica lo sapesse e che lo sapessero in particolare azionisti, obbligazionisti e risparmiatori delle altre banche in crisi. Attendo l’azione civile di cui ho sentito finora parlare, senza aver ricevuto alcun atto. Aspettando che sia il Tribunale a dire l’ultima parola credo che la penultima l’abbia già detta Ghizzoni. Chiedo scusa per l’errore di data del mio libro, il colloquio è di fine 2014 non del 2015". 

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