Banca Etruria, Consob accusa: “Nascosero anomalie e criticità ai risparmiatori e al mercato”
Ricomincia lo scontro su Banca Etruria in commissione Banche. L'accusa questa volta arriva direttamente dalla Consob, che ha rilevato come nel periodo a cavallo tra il 2012 e il 2013 "Banca Etruria ha operato e sollecitato il pubblico risparmio attraverso offerte, in assenza di un quadro informativo corretto e completo circa la reale situazione di criticità in cui si trovava e le operazioni per complessivi 320 milioni di euro, sono state effettuate, tacendo le rilevanti criticità e anomalie, criticità di cui Etruria aveva avuto piena consapevolezza, anche a seguito delle indicazioni ricevute da Bankitalia, già a partire da luglio 2012″. Un'accusa non di poco conto, che rischia di far deflagrare nuovamente lo scandalo che ha coinvolto l'istituto di credito aretino. In sostanza, secondo quanto ricostruito in commissione d'inchiesta, Consob ha conosciuto alcuni rilievi della Banca d'Italia nei confronti di Banca Etruria solo a distanza di quattro anni. Le carte sarebbero infatti state trasmesse dalla Nuova Banca Etruria, sorta in seguito alla risoluzione del vecchio istituto di credito, solamente nel maggio del 2016 e, in un caso, un documento era un rilievo della Banca d'Italia inviato ad Arezzo nel luglio 2012.
Proprio sulla base di queste carte rimaste sconosciute per anni, l'anno scorso la Consob ha potuto sanzionare gli ex vertici dell'istituto di credito aretino per 2,75 milioni di euro. "Solo nel 2016 Consob è venuta a conoscenza del fatto che Etruria già nel luglio 2012 aveva invece piena consapevolezza dei rilevanti e pervasivi profili di criticità evidenziati dalla Banca d'Italia, a seguito degli accertamenti ispettivi conclusi nel primo quadrimestre 2010. Profili mai portati a conoscenza della Consob, nè del mercato. La lettera del 24 luglio 2012, inviata a Etruria da Banca d'Italia, è stata, infatti, acquisita dalla Consob solo nel maggio 2016. In buona sostanza, Banca Etruria ha proceduto alla propria patrimonializzazione, senza mai dichiarare di essere in una situazione di grave criticità gestionale e patrimoniale, così come indicato dalla Vigilanza già nel luglio 2012. Veniva cioè omesso di indicare ai risparmiatori e alla Consob, che tutte le operazioni di patrimonializzazione erano necessarie per la sopravvivenza della banca, affermando unicamente che si trattava di allineamento ai nuovi standard patrimoniali", ha spiegato il vice dg di Consob, Giuseppe D'Agostino.
Stessa situazione anche per Carife, in quanto "solo dalla documentazione trasmessa dalla procura di Ferrara nel maggio 2017, è emerso che, già a partire dal 2010, la banca aveva consapevolezza di rilevanti elementi critici che riguardavano la sua situazione patrimoniale e gestionale, nonchè il profilo di rischio delle proprie azioni", ha rilevato sempre il vice dg di Consob.