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Ballottaggio comunali Milano 2011: i nuovi manifesti shock della Moratti

Oramai per le elezioni comunali di Milano si attende il ballottaggio e la sfida si fa più pesante: per le strade della città si attendono i nuovi manifesti del Pdl che recheranno il messaggio “Non lasciamo Milano ai centri sociali”.
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pisapia moratti

L'amaro in bocca del primo turno si manda via a suon di manifesti. La campagna elettorale faraonica di Letizia Moratti non sembra essere finita, tutt'altro: siamo ai tempi supplementari e la squadra del Pdl sembra voler dare il tutto per tutto per non cedere al centrosinistra il capoluogo lombardo, riconosciuto come culla del berlusconismo. Letizia Moratti, ancora scottata dal duello con Giuliano Pisapia, ha dichiarato il desiderio di cambiare rotta, e di  voler dedicare gli ultimi giorni prima del ballottaggio a parlare solo di Milano eviatando trasposizioni sul piano nazionale. Secondo gli analisti di comunicazione politica sarebbero queste trasposizioni, così come il referendum indetto dal premier su se stesso, ad aver nociuto al sindaco uscente. Proprio all'interno di questa (innovativa?) strategia si collocherebbero i chiacchierati manifesti che campeggeranno a breve sulle strade milanesi. Le affissioni schock recheranno il messaggio: "Non lasciamo Milano in mano ai centri sociali".

"Non lasciamo Milano in mano ai centri sociali": è proprio la frase che avrebbe pronunciato il premier Berlusconi commentando l'esito del primo turno delle elezioni comunali a Milano.  A ragion di ciò viene da dire che la Moratti sembra essere piuttosto confusa,  dice di voler cambiare strada, ricollocarsi nel locale  ma sceglie di comunicare ai milanesi con un monito del premier. Dopo i manifesti di Lassini "Via le Br dalle procure", il Pdl cominciano così i 12 giorni che separano i milanesi dall'esprimersi sul ballottaggio.

forza milano

Ad ogni modo, in un vortice di contraddizioni, ancora una volta alle parole non corrispondono i fatti. La Moratti, infatti, secondo quanto riporta l'edizione cartacea de La Stampa, non avrebbe rinnovato il contratto con la Sec, la società che curava la sua immagine, di Fiorenzo Tagliabue.  Al suo posto, sarebbe stato chiamato, in sostituzione, Paolo Glisenti: il Re Mida della comunicazione politica che riuscì nel 2006 a ritagliarle addosso il ruolo di cittadina tra la gente che le consentì di vincere.

In un clima di confusione generale la Moratti ha detto, inoltre, di voler cambiare i toni della campagna,  forse addossandosi un tacito mea culpa  per l'accusa di furto rivolta a Pisapia nel corso del dibattito a Sky Tg 24. Un colpo davvero basso che diventa  un vero e proprio ossimoro accostato alla frase che l'ha anticipato, ovverosia "sono una moderata". Tanto più che pare essere un'iniziativa personale (o dettata dall'alto) che non ha trovato l'approvazione del capro espiatorio Tagliabue.

Tutti sanno che qualsiasi comunicazione, commerciale così come politica, di destra così come di sinistra, reca in sé un margine di falsità. L' "inganno" è noto ai più e lo si accetta tacitamente. Ciononostante a Milano più che una crisi d'immagine, forse abbiamo davanti una vera e propria crisi identitaria. Una compagine moderata, come quella che  la Moratti dice di capeggiare, non riaccoglierebbe tra le sue fila un candidato come Lassini e i suoi manifesti stile anni di piombo. Non sono analisi campate in aria, è quanto credono anche i milanesi,  che hanno "punito" Lassini riservandogli soltanto 872 preferenze: un vero flop. Stesso discorso per la cantante Ornella Vanoni, che ha raccolto soltanto 36 voti, e finita sotto i riflettori della campagna elettorale per la sua posizione sugli immigrati.

Insomma, se questo vuol dire essere moderati.

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