Bahrein, l’esercito spara contro i manifestanti
Diventa sempre più tesa la situazione nell'emirato del Bahrein. Dopo gli scontri di questi giorni in Bahrein che hanno provocato la morte di tre manifestanti, i soldati dell'esercito hanno sparato oggi pomeriggio contro i manifestanti che si dirigevano verso la piazza della Perla, nel centro della capitale Manama, occupata dall'esercito già da ieri. Le informazioni, per adesso, sono ancora confuse a causa della scarsità dei mezzi di comunicazione nella zona.
Il giornalista della CNN Nick Robertson, che si trova a Manama, ha parlato di 4 morti mentre un testimone intervistato da Al Jazeera ha invece raccontanto che i morti potrebbero essere di più e denunciando la ferocia della polizia che addirittura impedisce alle ambulanza di entrare nella piazza per soccorrere i feriti: "L'esercito non ci ha avvisato di non entrare nella piazza, hanno iniziato a sparare direttamente, lasciando a terra almeno 20 feriti gravi".
Ieri il corpo di sicurezza ha sfollato con la forza piazza della Perla, dove, in una sorta di Tahrir del Bahrein, si stanno riunendo i manifestanti per chiedere nuove riforme politiche ed economiche. Questa mattina migliaia di persone hanno partecipando al funerale dei tre morti provocati ieri dall'attacco brutale con carri armati e blindati da parte della polizia, che ha causato anche il ferimento di altre 230 persone.
Proprio l'atteggiamento violento da parte della polizia ha aumentato ulteriormente il malcoltento degli sciiti e indebolendo ulteriormente una monarchia che pretende di essere costituzionale ma che al minimo accenno di dissenso ricorre all'uso della forza. Per questo oggi l'ira dei manifestanti si è diretta alla dinastia sunnita che governa il paese da oltre 40 anni, con slogan, per la prima volta, anche contro il re Hamad. "Volevamo solo le dimissioni del governo. Adesso vogliamo anche quelle della famiglia reale" hanno urlato i manifestanti. Dopo la fuga di Ben Ali e le dimissioni di Mubarak il prossimo a cadere potrebbe essere proprio re Hamad.