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Bagarre in Parlamento: salvato Tedesco, pollice verso per Papa

Il Parlamento non soddisfa le richieste dei due parlamentari che attendevano una decisione sul loro arresto nello stesso giorno e alla stessa ora. Il Senatore che aveva chiesto il voto a favore del suo arresto ha ricevuto un No, al contrario per Papa è arrivato il Sì nonostante sperasse in un suo salvataggio.
A cura di Antonio Palma
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Papa-Tedesco

Strano caso del destino, quello che si è verificato ieri intorno alle 18.30 nel Parlamento italiano, un uomo, sul quale si erano concentrate tutte le difese della maggioranza, ha dovuto mestamente lasciare il suo scranno alla Camera per accomodarsi in una ben più triste stanza di Poggioreale, mentre nell’altro ramo del Parlamento un uomo, non più difeso dal suo partito e che chiedeva da solo il suo stesso arresto, è rimasto ben solido al suo posto.

Sono gli scherzi del nostro Parlamento di metà estate, e i protagonisti si chiamano Alfonso Papa, accusato dai giudici di Napoli di concussione, favoreggiamento e rivelazione del segreto d'ufficio per l’inchiesta sulla P4, e Alberto Tedesco indagato, invece, per corruzione, concussione, turbativa d'asta e falso nell’inchiesta sulla malasanità in Puglia. Si è trovato nel posto giusto nel momento sbagliato, l’onorevole Papa, visto che oramai la Camera non autorizzava l’arresto di un parlamentare da decenni. Sicuramente è un momento particolare per l’Italia, attraversata da una crisi economica profonda, e per lo stesso Parlamento combattuto tra una maggioranza litigiosa e il popolo fuori che reclama meno privilegi.

Certo quei 27 voti in più a favore dell’arresto di Papa si sa bene che provengono dall’ala leghista, quello che non si capisce è da dove arrivino i 24 voti in meno per l’arresto di Tedesco. Subito dopo il voto, infatti, la bagarre tra maggioranza ed opposizioni, che fino a poco prima aveva animato la Camera, si è trasferita in Transatlantico con accuse reciproche di incoerenza, spintoni, urla, e insulti, i protagonisti principali della caciara sono stati i senatori Domenico Gramazio (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd).

Molti sono convinti che chi abbia affossato Papa alla Camera siano gli stessi che hanno salvato Tedesco al Senato, ovvero gli uomini del Carroccio che, dopo il tira e molla dei giorni scorsi, si sarebbero vendicati delle accuse di scambio da parte del Pd scaricando su di loro le colpe di questa incoerenza. Ma non è detto che invece siano stati proprio gli uomini del Partito Democratico a giocare un brutto scherzo alla maggioranza salvando il proprio uomo e condannando l’avversario, o come pensa il capogruppo Pdl Maurizio Gasparri, che i franchi tiratori ci sono stati da ambo le parti. Ma queste sono solo illazioni visto che il voto è avvenuto a scrutinio segreto in entrambi i casi e sempre per volontà del Pdl.

Intanto il destino dei due protagonisti si è diviso, Papa già ieri sera è stato portato dalla Gdf nel carcere napoletano di Poggioreale, mentre Tedesco è potuto ritornare tranquillamente in famiglia come, invece, si augurava ieri pomeriggio l’onorevole Papa nel suo ultimo intervento a Montecitorio.

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