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Baby squillo: 8 persone a processo con rito abbreviato (e sconto di pena)

Alla sbarra sette uomini e una donna, madre di una delle ragazzine, accusati a vario titolo di sfruttamento della prostituzione, cessione di droga, estorsione, detenzione di materiale pedopornografico e prostituzione minorile i reati contestati.
A cura di B. C.
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Inizierà il 16 maggio il processo per lo scandalo delle baby squillo a Roma. Saranno giudicati con il rito abbreviato (che in caso di condanna prevede lo sconto di pena pari a un terzo) tutti e otto gli imputati coinvolti nell'indagine sulle ragazzine che, dal luglio all'ottobre del 2013, si prostituivano in un appartamento ai Parioli. A processo Mirko Ieni, ritenuto il promotore del giro insieme con Nunzio Pizzacalla; la madre di una delle ragazzine; i presunti clienti Mario De Quattro, Riccardo Sbarra, Marco Galluzzo, Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone. Sfruttamento della prostituzione, cessione di droga, estorsione, detenzione di materiale pedopornografico e prostituzione minorile sono i reati contestati, a vario titolo, dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal sostituto Cristiana Macchiusi.

Le giovani prostitute, che all'epoca dei fatti avevano 14 e 15 anni, si sono costituite parte civile, così come una delle madri che ha portato il caso all'attenzione dell'autorità giudiziaria. Mirko Ieni è ritenuto da chi indaga l’organizzatore principale del giro di prostituzione minorile. Ma nei suoi confronti si ipotizza anche la gestione del mercimonio di altre quattro ragazze, stavolta maggiorenni, oltre alla detenzione e la cessione di cocaina e a un episodio di interferenza illecita nella vita privata: attraverso il proprio cellulare si sarebbe procurato le foto di una ragazza impegnata in un rapporto orale con uno dei clienti. Nei confronti della mamma di una delle due ragazzine si ipotizza l'accusa di aver sfruttato la prostituzione della figlia dalla quale si faceva dare 100-150 euro al giorno.

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