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Zone rosse in Italia: l’elenco di comuni e province chiusi per variante inglese regione per regione

Tutte le mini zone rosse in Italia decise per fermare la diffusione della variante inglese del Coronavirus: dai quattro comuni della Lombardia a quelli delle province di Perugia e Terni in Umbria, passando per i 27 comuni del Basso Molise, ecco l’elenco aggiornato delle aree chiuse regione per regione.
A cura di Ida Artiaco
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In attesa di scoprire i nuovi colori delle Regioni, che saranno resi noti venerdì prossimo con i dati del monitoraggio settimanale di Istituto superiore della Sanità e Ministero della Salute, aumentano le mini zone rosse in Italia: interi comuni o province che sono stati chiusi per arrestare la circolazione del Coronavirus ed in particolare delle varianti, a cui sono collegati la maggior parte dei contagi registrati negli ultimi giorni. Ecco, allora, l'elenco attuale delle zone rosse regione per regione.

Lombardia

Solo ieri in Lombardia sono stati dichiarati zona rossa a partire da oggi, mercoledì 17 febbraio, quattro comuni: si tratta di Castrezzato, in provincia di Brescia, di Viggiù, nel Varesotto, di Mede, in provincia di Pavia, e di Bollate, alle porte di Milano. I quattro comuni saranno "chiusi" fino al 24 febbraio, secondo quanto stabilito con un'ordinanza dal presidente della Regione Attilio Fontana con l'obiettivo di contenere i nuovi focolai dovuti alla diffusione di varianti del Covid, molti dei quali scoppiati all'interno delle scuole, che, nel caso di Bollate, erano già state chiuse preventivamente.

Umbria

Anche se l'Umbria è in fascia arancione, gran parte della regione è diventata zona rossa dallo scorso 7 febbraio a causa dell'impennata dei contagi legati alla circolazione di due varianti, la brasiliana e l'inglese. Il provvedimento riguarda oltre cinquanta comuni della provincia di Perugia e sei piccoli comuni della provincia di Terni, e cioè Lugnano in Teverina, Attigliano, Calvi dell'Umbria, Amelia, San Venanzo e Montegabbione.

Abruzzo

In Abruzzo, sono finite in zona rossa le province di Chieti e Pescara, dove il 65% dei nuovi casi Covid è legato alla variante inglese, "ceppo ormai dominante" in questo territorio dove la pressione sugli ospedali è alle stelle. Restano, dunque, in fascia arancione solo le province di Teramo e de L'Aquila.

Molise

Sono 27 i comuni del Basso Molise in zona rossa fino al 21 febbraio. Si tratta di Termoli, Acquaviva Collecroce, Casacalenda, Castelmauro, Civitacampomarano, Colletorto, Guardialfiera, Guglionesi, Larino, Mafalda, Montecilfone, Montefalcone del Sannio, Montemitro, Montenero di Bisaccia, Montorio nei Frentani, Palata, Petacciato, Portocannone, Ripabottoni, Rotello, San Felice del Molise, San Giacomo degli Schiavoni, San Giuliano di Puglia, San Martino in Pensilis, Santa Croce di Magliano, Tavenna e Ururi. La decisione è stata del presidente della Regione Donato Toma con un'ordinanza su indicazione dell'Asrem, l’azienda sanitaria regionale.

Marche

Dopo i casi di variante inglese individuati in alcune scuole, misure restrittive per fermare il contagio sono state introdotte in provincia di Ancona. Fino alle 24 di sabato 20 sono limitati gli spostamenti da e per la provincia di Ancona, salvo quelli "per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute e di studio e per il rientro nella propria residenza, domicilio o abitazione". L’annuncio è arrivato dal governatore Francesco Acquaroli, in un post su Facebook. Non una vera e propria zona rossa, visto che l’ordinanza non chiude bar, ristoranti e locali pubblici in genere, quindi, ma una limitazione decisa per contenere la diffusione del ceppo britannico di Sars-Cov-2.

Lazio

Dal 15 febbraio è in zona rossa nel Lazio Roccagorga, paese di circa 4mila abitanti in provincia di Latina. Il provvedimento ha durata di 15 giorni. Il numero di contagi ha spinto la Regione ad adottare la misura. Inizialmente si era sospettato che il picco di contagi fosse dovuto alla variante inglese ma le analisi dell'ospedale Spallanzani e dalla Asl di Latina hanno escluso la presenza di mutazioni.

Alto Adige

Restrizioni ancora più rigorose saranno applicate in quattro comuni dell'Alto Adige, dove già è in vigore il lockdown, nei quali è stata rilevata la presenza della variante sudafricana: Merano, Rifiano, San Pancrazio e Moso in Passiria. È quanto è stato deciso da Arno Kompatscher, con una nuova ordinanza. Nelle quattro località interessate, gli spostamenti fuori dal comune saranno consentiti, come nel resto della provincia, per particolari esigenze lavorative, di salute o altre situazioni urgenti e di necessità, ma dal 22 febbraio, per ogni spostamento in entrata o in uscita, sarà necessario essere in possesso di un test antigenico o PCR negativo risalente al massimo a 72 ore prima.

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