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Covid 19

Zona gialla, quali regioni si avvicinano alla soglia di occupazione di terapie intensive e ricoveri

Secondo i dati Agenas, aggiornati a oggi, martedì 31 agosto, resta stabile la percentuale di occupazione a livello nazionale dei posti letto in terapia intensiva e in area medica da parte dei malati Covid (ferma rispettivamente al 6% e al 7%). Ma ci sono numerose differenze a livello regionale, il che è importante in vista del cambio di colore delle Regioni stesse: dopo la Sicilia, ecco chi rischia il passaggio in zona gialla.
A cura di Ida Artiaco
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Secondo il bollettino di oggi, martedì 31 agosto, del Ministero della Salute, sono 544 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, quattro in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono 49. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 4.252, 12 in meno rispetto a ieri. Il che corrisponde, secondo ai dati aggiornati da Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, al 6% di occupazione dei posti letto in terapia intensiva a livello nazionale e al 7% di quelli in area medica.

La situazione regione per regione

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A livello regionale, però, ci sono valori diversi, sui quali sono puntati i riflettori in vista dell'annuncio del cambio dei colori delle Regioni previsto per venerdì prossimo. L'occupazione delle terapie intensive e dei reparti di area medica, infatti, è decisiva per definire i colori e le conseguenti restrizioni: superata la soglia del 10% dei posti occupati in rianimazione e del 15% negli altri reparti si passa in zona gialla (come accaduto da lunedì scorso alla Sicilia). Limite che è rispettivamente fissato a 20% e 30% per la zona arancione e 30% e 40% per la zona rossa. Scorrendo i dati di oggi, però, è già possibile farsi un'idea abbastanza chiara dei territori a rischio giallo:

  • Abruzzo: 4% terapia intensiva, 7% area medica
  • Basilicata: 1% terapia intensiva, 13% area medica
  • Calabria: 9% terapia intensiva, 17% area medica
  • Campania: 4% terapia intensiva, 10% area medica
  • Emilia Romagna: 6% terapia intensiva, 5% area medica
  • Friuli Venezia Giulia: 7% terapia intensiva, 4% area medica
  • Lazio: 8% terapia intensiva, 7% area medica
  • Liguria: 5% terapia intensiva, 4% area medica
  • Lombardia: 3% terapia intensiva, 6% area medica
  • Marche: 9% terapia intensiva, 6% area medica
  • Molise: 0% terapia intensiva, 5% area medica
  • Piemonte: 2% terapia intensiva, 3% area medica
  • Puglia: 4% terapia intensiva, 9% area medica
  • Sardegna: 13% terapia intensiva, 15% area medica
  • Sicilia: 13% terapia intensiva, 23% area medica
  • Toscana: 9% terapia intensiva, 8% area medica
  • Umbria: 7% terapia intensiva, 7% area medica
  • Valle d'Aosta: 0% terapia intensiva, 0% area medica
  • Veneto: 5% terapia intensiva, 3% area medica
  • Provincia autonoma di Bolzano: 3% terapia intensiva, 4% area medica
  • Provincia autonoma di Trento: 0% terapia intensiva, 5% area medica

Le regioni che rischiano la zona gialla

Come si vede, rispetto ai dati di ieri ci sono poche variazioni. La più significativa, oltre ad un aumento di un punto percentuale della saturazione dei posti letto in terapia intensiva in Campania e nel Lazio, riguarda la Sardegna, che resta più che in bilico, dove se resta stabile la percentuale delle TI, aumenta di un punto quella relativa all'area medica (dal 14% al 15% in 24 ore). Tuttavia, la Regione non andrebbe in zona gialla dal momento che è necessario superare entrambi i parametri per il cambio di colore e quindi almeno 10% in terapia intensiva e 15% in area medica. Sul filo anche la Calabria, i cui dati sono in linea con quelli di ieri: ha sforato la soglia nei reparti con il 17%, ma per quanto riguarda le rianimazioni resta al 9%.

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