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Zinco nella pasta per la dentiera: donna finisce in sedia a rotelle e denuncia multinazionale

La elevata concentrazione di zinco (nel prodotto per la protesi dentaria) ha provocato gravi disturbi neurologici ad una 50enne friuliana: la vicenda giudiziaria va avanti da dodici anni ed ora anche la Cassazione si è espressa.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Da oltre dodici anni, combatte in tribunale per dimostrare che l’uso prolungato di una pasta per la dentiera è la causa che l'ha costretta in carrozzina.
È il caso di una donna di 50 anni, risiede nella Bassa Friulana, che si è messa contro un colosso della biofarmaceutica: la GlaxoSmithKline Consumer Healthcare. Ora, la Cassazione ha emesso il suo verdetto, rinviando la questione alla Corte di Appello di Trieste per stabilire le eventuali responsabilità. La storia è riportata dal Messaggero Veneto.

Tra il 2006 e il 2010, sostiene di aver utilizzato regolarmente il dentifricio della multinazionale sopracitata per la cura quotidiana della sua protesi dentale (il nome del prodotto è "Polident Imbattibile").
Tuttavia, secondo quanto dichiarato dal suo avvocato, che afferma di aver ottenuto riscontri scientifici, "l'elevata concentrazione di zinco nel prodotto ha causato un'eccessiva espulsione di rame dal corpo, con gravi conseguenze neurologiche."

In particolare, la cinquantenne ha sviluppato una mieloneuropatia ipocuoremica, che l'ha costretta a finire su una sedia a rotelle.
Dopo aver seguito diversi accertamenti medici, grazie alla clinica neurologica di Padova, è riuscita a scoprire che l'aggravamento delle sue condizioni era legato alla presenza di grandi quantità di zinco nel suo organismo, a fronte di livelli molto bassi di rame. I medici hanno concluso che la causa di tutto ciò era stato l'uso eccessivo del dentifricio.

Ne è derivata una causa civile presso il tribunale di Udine, che in primo grado ha respinto le richieste della donna, rilevando come i rischi legati alla malattia fossero stati comunicati da GlaxoSmithKline Consumer Healthcare tramite "un'avvertenza generica riguardo a effetti collaterali non specificati derivanti da un consumo eccessivo del dentifricio", assieme alla possibilità di danni alla protesi.

"Secondo i giudici, sarebbero stati l'uso eccessivo del dentifricio, e non la sua composizione, a causare i problemi neurodegenerativi della mia assistita", ha riassunto l'avvocato Andrea Dri. Una sentenza confermata in appello, a Trieste. Secondo il legale della donna, la società avrebbe dovuto "fornire un'avvertenza idonea", così da consentire al consumatore di "poter effettuare una corretta valutazione e dei rischi e dei benefici al riguardo".

Le analisi di laboratorio hanno rivelato che la pasta Polident Imbattibile (ritirata nel 2010) conteneva una concentrazione di zinco pari al 3,8%, una percentuale sufficiente, secondo gli esperti, a causare effetti neurologici in chi la utilizzava.

In conclusione, i giudici supremi hanno sollecitato la Corte d'Appello di Trieste a prendere in considerazione la condotta omissiva della multinazionale, la quale "avrebbe dovuto avvisare i consumatori del rischio associato all'uso della pasta adesiva, permettendo loro di utilizzarla in modo consapevole e responsabile".

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