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Covid 19

Zangrillo: “Virus clinicamente morto? Tono stonato, ma è ciò che osserviamo”

Il professor Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano, è tornato a parlare della questione del “virus clinicamente morto” che lo aveva portato alla ribalta della cronaca a maggio scorso, creando sconcerto tra i suoi colleghi. Oggi, in occasione del bollettino con le condizioni di Silvio Berlusconi, di cui è medico personale, ha specificato: “Ho usato un tono forte, probabilmente stonato, ma fotografava quello che osservavamo e che continuiamo a osservare. Mai negato che il Covid esista”.
A cura di Ida Artiaco
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A due mesi dall'espressione che lo ha portato alla ribalta della cronaca, e al centro di discussioni tra esperti e scienziati, il professore Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva dell'ospedale San Raffaele di Milano, è tornato a parlare della questione del "virus clinicamente morto". Lo ha fatto, con un piccolo cambio di rotta, parlando alla stampa in occasione della presentazione del bollettino con le condizioni di Silvio Berlusconi, suo paziente, che è stato ricoverato nelle scorse ore dopo essere risultato positivo a Covid-19. "Non nego che il 31 maggio, quando in una trasmissione tv dissi, sollecitato provocatoriamente, che il virus è clinicamente morto, ho usato un tono forte, probabilmente stonato, ma fotografava quello che osservavamo e che continuiamo a osservare", ha sottolineato il medico. Il quale ha poi continuato: "Negli ospedali dove abbiamo curato in terapia intensiva centinaia di pazienti, fortunatamente non ricoveriamo un paziente con esiti primari. Questo ha un significato, ma non deve portare le persone a comportamenti superficiali".

Poi, l'affondo: "Io non ho mai negato che il virus esista, che contagi e che sia stato drammaticamente letale e pericoloso. Però sono stato anche il primo, il 28 aprile, a dire che dobbiamo convivere con Sars-CoV-2, senza tener conto di un eventuale vaccino. Serve rispetto delle regole ma anche distanza dall'isteria collettiva", ha concluso. Un piccolo dietrofront, dunque, rispetto a quanto dichiarato il 31 maggio, quando il medico personale dell’ex premier spiegò: "Circa un mese fa sentivamo epidemiologi temere per la fine del mese e inizio giugno una nuova ondata e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Questo lo dice l’università Vita e Salute San Raffaele". Infine, Zangrillo ha concluso il suo intervento di oggi con una previsione: "Ci potrà essere nei prossimi giorni un aumento dei contagiati, sperando che rimangano contenuti quelli sintomatici. Auspichiamo che il rapporto tra sintomatici e contagiati rimanga questo: il vero parametro da monitorare è la presenza di pazienti davvero critici, quelli che vengono definiti ‘serious’ nella letteratura internazionale e che in questo momento non ci sono".

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